C'e' una pratica che, nel progetto Bersani, viene completamente presa in giro e stracciata.Quella della liberta'.
Che liberta' e' quella che ti vien fornita, se poi non la puoi usare?
Sei libero di aprire un esercizio commerciale sotto i 300 mq di superficie? Certo. Ma e' una liberta' che non conta nulla, perche' -volenti o nolenti- i consumatori stanno abbandonando sempre di piu' questi negozi a vantaggio delle grandi superfici. E il fatto che questi ultimi continuino ad essere numerosi, non cambia, perche' e' un numero che si va sempre piu' assottigliando, con alcuna possibilita' di invertire la tendenza.
Non solo. Ma l'impossibilita' di gestire un piccolo esercizio comemrciale in maniera elastica nell'ambito dei rapporti di lavoro e con il fisco, li rende condannati al fallimento fin dalla nascita. Se ci fosse liberta' di contratto, se non ci fosse l'Irap, se non ci fossero le finte abolizioni delle bolel d'accompagnamento, e tutto quello che si puo' immaginare ... allora avrebbe un senso; ma i sindacati confederali sono anche li' e il Fisco vischiano e' armato.
E' solo fumo negli occhi. Estetica, per l'appunto.
Dove c'e' mercimonio, invece, la presenza dell'Amministrazione e' ferrea.
Orari piu' liberi? Dalle 7 alle 22? Ma non bendiamoci gli occhi. Cosa avviene gia' oggi con le varie deroghe? La vera innovazione sarebbe quella di 24 ore su 24.
Sono, poi, talmente convinto che non si tratta di un picolo passo in avanti, che' me lo hano confermato le prese di posizione di Polo e Ulivo. Gretti i primi, conservatori solo a fini di mantenere il consenso corporativo. Mangiatutto i secondi, con operazione di alto livello economico socialdemocratico, al punto da coinvolgere l'ingenuo Della Vedova e farlo plaudere alla dittatura che migliora i suoi strumenti di controllo.