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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Roberto - 22 gennaio 1998
UN PAESE ALLERGICO ALLA SOCIETA' APERTA
di Dario Antiseri - Il Sole 24 Ore, 22/1/1998 Commenti e dibattiti

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Ciascuno di noi pensa di avere l'esatta percezione della situazione; in genere, ognuno crede di essere in possesso di idee poste sulla roccia; ed e' raro trovare qualcuno che non sia persuaso di avere abbracciato valori e ideali esclusivi, magari provvisti di "fundamenta inconcussa". Ebbene, il primo grande messaggio lasciatoci da Karl Popper e' esattamente una proposta controintuitiva: la nostra conoscenza e' e resta fallibile. Le nostre ipotesi o teorie non possono venir verificate una volta per tutte, non ci e' possibile dimostrare la loro certa verita'. Esse, pero', possono venir falsificate. E prima noi troviamo che una teoria e' falsa, prima la facciamo falsa, la "falsi-fichiamo", prima la comunita' scientifica sara' posta nella stringente necessita' di inventare e mettere a prova una teoria migliore della precedente, piu' ricca di contenuto informativo, esplicativo e previsivo.

Sono esattamente gli errori individuati e successivamente eliminati a costituire i deboli segnali rossi che ci permettono di venir fuori dalla caverna della nostra ignoranza. Einstein, come l'ameba, puo' errare, ma, a differenza dell'ameba, e' stuzzicato dal piacere di trovare un errore nella propria teoria; lo vuol trovare, ne va alla caccia, per eliminarlo il prima possibile. L'ameba muore con la propria teoria errata; Einstein fa morire la teoria al posto suo. La conoscenza scientifica avanza sulla via delle congetture e delle confutazioni, per tentativi ed errori; cresce attraverso la disputa ininterrotta di ipotesi controllabili.

Non è un caso che Popper, il quale nel 1935, con la Logica della scoperta scientifica, teorizzava la fallibilità della conoscenza umana, nel 1945 abbia costruito, con "La società aperta e i suoi nemici", uno dei piu' consistenti baluardi teorici a difesa della democrazia. La realtà e' che il fallibilismo epistemologico, vale a dire la consapevolezza che le nostre conoscenze sono e restano smentibili, e' l'ineludibile presupposto del pensiero liberale. Non c'e' democrazia senza discussione; ma la discussione e' possibile solo dove non ci si arroga il diritto di infallibilita'.

[...]

Conseguentemente, una misura economica o amministrativa potra' dirsi liberale se, nel rispetto degli uguali diritti degli altri, aumenta la liberta' di scelta degli individui; altrimenti e' illiberale.

Se ora, alla luce di queste idee, guardiamo alla situazione italiana, vediamo che il nostro e' un Paese dove lo strangolamento della liberta' dei singoli - tramite un fisco sempre piu' esoso e un'invadente, vischiosa e a volte disperante burocrazia - succede alla progressiva e liberticida narcotizzazione delle coscienze di larghi strati della popolazione.

[...]

Il liberale da' onore al merito, perche' sa che il merito individuale equivale in linea generale a un servizio per gli altri, come e' il caso, appunto, del bravo chirurgo o di un bravo ingegnere. Il liberale oppone il merito al privilegio: il privilegio e' la regola della corte, e' brama dei sudditi. Ma tutti gli statalisti, a destra, al centro, a sinistra, non hanno fatto e non fanno altro che trasformare i cittadini in sudditi, in accattoni ricattabili che per mestiere fanno gli elettori.

Non e' liberale un Paese che, soprattutto nel suo ceto intellettuale e nella classe docente, ha in odio il grande principio della competizione, che si ostina a non ammettere che la competizione e' la piu' alta forma di collaborazione. La competizione e' il principio che anima il progresso della scienza, la vita della democrazia, gli sviluppi dell'economia di mercato. Voltare le spalle alla competizione equivale a scegliere la via della caverna.

La competizione e' una macchina di esplorazione dell'ignoto, arricchisce il mondo, e' strumento di solidarieta', giacche' viene incontro ai consumatori, soddisfacendo le loro preferenze al costo piu' basso.

[...]

Guardato dalla prospettiva della filosofia politica di Popper il nostro e' un Paese davvero poco liberale. Popper: mai tanto amato, mai cosi' tradito. Mai come oggi le idee del liberale Popper sono state vergognosamente usate per coprire politiche illiberali.

 
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