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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 22 gennaio 1998
LUNGA VITA AL POLITICALLY SCORRECT
Antipartitocratico fin dagli anni Cinquanta. Indefesso lottatore per i diritti civili. Nemico giurato del bipolarismo. Fra sucessi e cadute, amicizie spezzate e cazzotti, il rifondatore che ha rifondato piu' volte anche se stesso torna alla ribalta. Ma non era finito? No. Perche' i Narcisi non muoiono mai...

PANNELLISMO - LE MILLE BATTAGLIE DEL LEADER RADICALE

SETTE ALLEGATO AL CORRIERE DELLA SERA 22gennaio 1998,

ARTICOLO DI PAOLO FRANCHI

Narciso, e non c'e' neanche bisogno di spiegare il perche'. Icaro, anche se un Icaro del tutto particolare, per via del fatto che non rinuncia e non rinuncera' mai a tentare di prendere per l'ennesima volta il volo, nonostante mille volte, nei tentativi precedenti, gli si siano bruciate le ali. Saturno, per l'inveterata tendenza a divorare (politicamente parlando) i suoi figli. Si potrebbe continuare a lungo con le banalita' mitologico-giornalistiche evocate per cercare di mettere a fuoco l'identita' di Marco Pannella. Ma di banalita', appunto, si tratta, e non e' certo a colpi di banalita' che si puo' venire a capo del (presunto) mistero della longevita' politica di Marco. O meglio, del come e del perche', proprio quando tutto sembra congiurare a farci quasi dimenticare di lui, sempre interviene qualche evento (stavolta la diffusa protesta per la minaccia di chiusura di Radio Radicale e le parole del procuratore Galli Fonseca in favore della somministrazione controllata della droga) a farci ricordare, scusa

te il bisticcio, che di Pannella dimenticarci proprio non possiamo. E, teniamo ad aggiungere, non dobbiamo.

Marco e' connaturalmente eccessivo, straripante, intollerante e spesso intollerabile come del resto spesso capita ai profeti disarmati, e in ispecie ai profeti del principio di tolleranza. Ma senza quegli eccessi, quell'intollerante tolleranza e quello straripare la nostra democrazia sarebbe ancora meno democratica, il nostro liberalismo ancora meno liberale, la nostra partitocrazia ancora piu' partitocratica. Non solo. Forse non gli piacera' sentirselo dire, ma, nel suo genere, irriducibile eppure mai del tutto antagonistico a quello del ceto politico della Prima e della Seconda Repubblica, Marco e' il professionista della politica piu' professionista tra i tanti professionisti che ci e' stato dato di conoscere. Mai, neppure per un attimo. vorremmo metterci nei panni dei suoi sodali piu' stretti, cadere insomma suoi favore della somministrazione controllata della droga) a farci ricordare, scusate il bisticcio, che di Pannella dimenticarci proprio non possiamo. E, teniamo ad aggiungere, non dobbiamo.

Marco e' connaturalmente eccessivo, straripante, intollerante e spesso intollerabile come del resto spesso capita ai profeti disarmati, e in ispecie ai profeti del principio di tolleranza. Ma senza quegli eccessi, quell'intollerante tolleranza e quello straripare la nostra democrazia sarebbe ancora meno democratica, il nostro liberalismo ancora meno liberale, la nostra partitocrazia ancora piu' partitocratica. Non solo. Forse non gli piacera' sentirselo dire, ma. nel suo genere, irriducibile eppure mai del tutto antagonistico a quello del ceto politico della Prima e della Seconda Repubblica, Marco e' il professionista della politica piu' professionista tra i tanti professionisti che ci e' stato dato di conoscere. Mai, neppure per un attimo. vorremmo metterci nei panni dei suoi sodali piu' stretti, cadere insomma suoi prigionieri: a liberarsi del tutto (forse) e' riuscito solo Francesco Rutelli. E pero' crediamo di comprendere il fascino, non solo politico, ma prima di tutto politico, che sprigiona; ci sentir

emmo un po' piu' soli anche senza il piccolo popolo radicale dei banchetti. Non ci venne da ridere, pensate un po', nemmeno quando Stanzani, Vigevano, la Rita Bernardini e non ricordiamo piu' chi altro, per lui e per l'idea si esibirono ignudi in un'incredibile tahleau vivant...

Si', Marco e' spesso contraddittorio. Ma la sua contraddittorieta', gigionerie a parte, e' molto meno contraddittoria di quanto voglia far apparire, di volta in volta, il suo interlocutore di destra o di sinistra. Anche questo, probabilmente. dispiacera' al vecchio campione dell'antipartitocrazia, che non del tutto a torto si considera (e da molti e' considerato) erede non solo delle tradizioni di una parte almeno della sinistra liberale e dell'Unione goliardica italiana, ma anche di quelle della Destra storica. Ma la sua ineffabile forza (cosi' come la straordinaria avversione nei suoi confronti che riesce con straordinaria abilita' a perpetuare nel tempo e ad arricchire di sempre nuove motivazioni) gli deriva dall'essere stato - sempre - agli antipodi di cio' che, di volta in volta, era universalmente considerato politically correct. In altri termini: ha sempre fatto scandalo.

Non e' solo questione di divorzio e di aborto: di queste battaglie gli si rende (ma solo a cose fatte) un merito cosi' universale da apparire peloso. Non era political]y correct, nei Quaranta, nei Cinquanta e nei primi Sessanta, nel tempo cioe' del trionfo dei partiti di massa, levare bandiera antipartitocratica. Non era politicafly correct inseguire nell'Italia delle due Chiese, democristiana e comunista, e dei loro satelliti, centristi per l'una, socialisti per l'altra, il sogno di una terza forza laica e democratica. E ancora meno politically correct fu, quando nel 1962 il variegato mondo che attorno a questa ambizione sconsiderata ando' definitivamente in pezzi, e in frantumi andarono anche amicizie consolidate (basti pensare a quella tra Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari), rimettere insieme i cocci del Partito radicale, e farne tutt'altra cosa, davvero non commestibile non solo per le altre forze politiche, ma anche, e forse soprattutto, per gli Antichi Maestri e i Padri Fondatori. In buona misura, e

per un periodo lungo, la storia del Pr e' iscritta nella vicenda della sinistra italiana, ma a modo suo, caparbiamente "altra" rispetto ai partiti, alle strategie, alle culture di quella sinistra. Pannella e' contrario a quel centro-sinistra che pure suscita tanti entusiasmi, al suo sorgere, tra gli antichi compagni, nella convinzione che il bastone del comando restera' in mano democristiana. Quanto al Pci, curiosamente ma non troppo Palmiro Togliatti si rivela se non altro piu' rispettoso, verso lo stravagante Marco, di quanto saranno poi i suoi eredi. Paese Sera pubblica nel '58, senza provocare particolari scandali, una lunga lettera di Pannella al Migliore che, a scorrerla adesso, sembra profetica, tutta ispirata com'e' alla necessita' che il Pci si occidentalizzi, si europeizzi e si socialdemocratizzi, in nome di un'alternativa altrimenti impensabile.

Ma l'idea stessa di una democrazia fondata sull'alternativa, all'epoca, sembrava a dir poco strampalata, a destra e a sinistra. Un po' come adesso sembra strampalata l'idea pannelliana che il bipolarismo sia un non senso; che le vere democrazie dell'alternativa, quelle anglosassoni, sono guarda caso non bipolari, ma bipartitiche; e che, per andare in questa direzione, servano riforme istituzionali ed elettorali vere, ma anche uno scompaginamento generale di tutta la nomenklatura di partiti, partitelli e partitini che, nell'uno e nell'altro pseudo-campo, si sono moltiplicati negli ultimi anni. Marco e', come suol dirsi, esagerato, e a volte le sue "esagerazioni" irritano anche noi. Ma siamo cosi' sicuri che abbia torto, quando rilancia spesso alla disperata quel "trasversalismo" politico che, in fondo, da una vita ha posto a fondamento di tutte le sue battaglie? Pannella non sara' "un profeta", come scherzosamente lo definisce Maurizio Costanzo, certo qualche capacita' di previsione superiore alla media dei n

ostri politici di ieri e di oggi ce l'ha.

Un esempio? Vent'anni dopo la lettera a Paese Sera, i comunisti sono nell'area di governo, si', ma l'alternativa, nel senso occidentale della parola, resta una parolaccia. All'ordine del giorno di parola c'e' quella opposta, che Pannella aborre: compromesso, anzi. compromesso storico. Marco, che ha chiamato "compagni assassini" gli uomini delle Brigate Rosse, che alla Camera con tre soli sodali ha condotto una solitaria opposizione ai governi Andreotti della solidatieta' nazionale, che si appresta a sottrarre al Pci, nelle elezioni del '79, centinaia di migliaia di voti, in ispecie nelle grandi citta', e' diventato, sull'Unita' "Giacinto Pannella detto Marco". Un provocatore, o quasi. Politicamente scorrettissimo, con il suo no alla legislazione d'emergenza e al finanziamento pubblico dei partiti, con la tessera radicale orgogliosamente concessa, ben prima della candidatura a Cicciolina, a ladri e feroci assassini in galera. Bussa serafico al portone del Bottegone per offrire una rosa, il compagno della vigi

lanza gli risponde con un cazzotto di cui va tuttora fiero. Si presenta con un gran tabarro nero al Palaeur al congresso del Pci, chiede dalla tribuna in nome della non violenza di fare i conti con l'eredita' dei padri dei "compagni assassini", chiama in causa l'attentato di via Rasella, chiede al Pci di fuoriuscire radicalmente (e come senno'?) da buona parte della sua cultura e della sua tradizione. E Giorgio Amendola a rispondergli sdegnato, con toni di fuoco, tra le ovazioni della platea. Eppure il filo non si spezza. Nemmeno negli anni successivi, nonostante Pannella li spenda, oltre che nel partito ormai "transnazionale", anche mettendo su un altalenante rapporto con il Psi di Craxi e con i laici che produrra', tra l'altro, i due referendum sulla "giustizia giusta" e sul nucleare. Gia' prima della svolta della Bolognina, il Pci di Achille Occhetto torna a essere l'interlocutore privilegiato: Marco e' di casa alle feste dell'Unita'. Ma anche in questo caso, al momento di stringere, non se ne fa nulla. C

ome si risolvera' nel nulla, o quasi, il rapporto tra il papa' di tutti i referendum e il movimento referendario di Mario Segni. Come si risolvera' nel nulla, o quasi, quell'intesa con Silvio Berlusconi che sembra per un attimo far iscrivere definitivamente Pannella nel Libro Nero della sinistra. Nulla piu' nulla piu' nulla piu' nulla. Chiaro: il risultato dovrebbe essere il nulla, o al massimo quelle modestissime percentuali elettorali che le liste Pannella riescono a mettere in piedi. Eppure, paradossalmente, non e' cosi'. Perche' Marco, a modo suo, e' un fenomeno. E anche una forza della natura.

Paolo Franchi

 
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