Roma, 24 gennaio 1998
Dichiarazione di Rita Bernardini, giunta oggi al 24 giorno di sciopero della fame, assieme a Mariano Giustino, Lucio Bertè, Michelangelo Tesoro, Silvana Bononcini, Marco Affatigato, Alessandra Impallazzo, Rino Spampanato, Orlando Bertucci e ad altre centinaia di cittadini, 375 in tutto, che dal 31 dicembre 1997 hanno accumulato oltre 4 anni di giorni di digiuno:
"Mauro Paissan - che candidamente afferma di non sapere nulla dello sciopero della fame - ci invita a sospendere quella che chiama una "vertenza nei confronti della RAI-TV" in attesa delle nuove nomine. La nostra iniziativa è rivolta non alla RAI-TV, ma alla Commissione Parlamentare di Vigilanza che deve, per legge, indirizzare e controllare il servizio pubblico radiotelevisivo. Ricordo a Paissan che a metà novembre Marco Pannella non intraprese lo sciopero della sete in segno di fiducia nei confronti della Commissione che in una risoluzione aveva riconosciuto "la pressoché totale assenza dai dibattiti e dai confronti televisivi di temi sollevati con molteplici iniziative dal movimento dei Club Pannella e dal suo leader" e aveva chiesto alla RAI-TV "di inserire tempestivamente nella programmazione televisiva trasmissioni di dibattito e di confronto sui temi del finanziamento pubblico, leggi elettorali, droga e altri sollevati dai Riformatori". Da allora - e sono passati più di due mesi - la situazione è add
irittura peggiorata, ma né la Commissione, né il suo Presidente, né i suoi vice hanno fatto alcunché.
No, caro Paissan, non si può trattare il nostro sciopero della fame come una vertenza burocratica condotta a singhiozzo; la nonviolenza è speranza attiva: la nostra azione esige un passo in avanti nella direzione di una maggiore legalità e libertà dell'informazione, libertà e legalità che da trenta anni sono negate ai cittadini italiani.
PS: Occuperò il fax dei Vice Presidenti della Commissione Parlamentare Paissan e Semenzato e del Presidente Storace per trasmettere i nomi dei 375 cittadini che hanno partecipato e stanno sostenendo l'azione nonviolenta di sciopero della fame: troveranno nei loro sintetici identikit 375 storie di studenti, pensionati, casalinghe, impiegati, disoccupati, liberi professionisti, insegnanti, docenti universitari e giornalisti, avvocati e medici, commercianti e artigiani di ogni parte d'Italia che vogliono ancora serbare fiducia nella legalità e libertà dell'informazione."