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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 26 gennaio 1998
APPELLO

I sottoscritti,

considerati

gli obblighi quantomeno di indirizzo, derivanti dal referendum del 5 giugno 1995, sulla privatizzazione della RAI-TV; le decisioni e gli orientamenti parlamentari univoci, per anni, delle due Camere; l'ordine del giorno del Senato del 21 maggio 1997 (9.1021.150); l'ordine del giorno della Camera, presentato da tutti i capigruppo e accettato dal Governo, del 17 dicembre 1997 (9.4354.169); gli emendamenti al collegato alla f2inanziaria, sostenuti dalla maggioranza dei gruppi parlamentari (n. 21.127-21.12-21.147-21.148-21.151-21.76-21.64-21.104-), auspicati dai rappresentanti del Governo nei contenuti, dichiarati inammissibili il 3 dicembre per motivi procedurali; l'appello politico pubblico, di carattere extra-parlamentare ma poi recepito nel succitato ordine del giorno della Camera, sottoscritto da ampie maggioranze assolute sia di Senatori che di Deputati, appartenenti a tutti i Gruppi, sostenuto da importanti e vastissimi settori politici e dell'opinione pubblica, con il quale si chiede la riconferma per un

triennio della Convenzione con Radio Radicale, o, quantomeno, per l'intero 1998; la posizione del Presidente del Consiglio, notoriamente favorevole al metodo fin qui attuato, di gara pubblica e convenzione conseguente; l'indirizzo generale del Governo in materia di privatizzazioni e di gestione dei servizi pubblici; gli indirizzi parlamentari convergenti e coerenti; le direttive comunitarie;

gli indirizzi delle Autorità Antitrust.

Chiedono al Governo,

ad adottare immediatamente le necessarie iniziative anche di carattere legislativo allo scopo di:

Considerare superato e decaduto - dopo sette anni - quanto previsto dall'articolo 24 primo comma della legge 223 del 6 agosto 1990, coś come riesumato dall'articolo 14 del Contratto di servizi tra Ministero delle comunicazioni e RAI - Radiotelevisione Italiana, entrato in vigore il 10 dicembre 1997, in contrasto con gli indirizzi generali di governo, parlamentari e comunitari nel frattempo univocamente affermati;

prorogare la convenzione (scaduta lo scorso 21 novembre) con l'attuale concessionario del servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari fino alla data di decorrenza della nuova convenzione;

in alternativa, ove le procedure necessarie ad assicurare la realizzazione di quanto previsto al punto precedente debbano protrarsi oltre il 30 giugno 1998 a rinnovare per un ulteriore triennio la convenzione con il sopracitato attuale concessionario del servizio;

assicurare che la nuova convenzione venga stipulata a seguito di gara, da realizzarsi nel pieno rispetto della normativa comunitaria e nazionale a tutela della concorrenza.

 
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