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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Gianfranco - 26 gennaio 1998
Pedofilia

Poichè in questa conferenza si è affrontato una volta l'argomento,

desidero sottoporre all'attenzione dei frequentatori, qualche passo

di un lungo articolo

sul tema di Aldo Busi, rinvenuto in altre zone di Agorà,

che contiene, a mio avviso, qualche provocatoria ma saggia

considerazione.

SCUSI, MI DA' UNA CARAMELLA? di Aldo Busi

Centrato sulle ultime paranoiche iniziative contro la

ragionevolezza, questo inedito - inedito specialmente

perché dappertutto rifiutato - è il miglior antidoto

alle gravi sciocchezze che ci frastornano.

Con lo scoppio della Conferenza di Stoccolma sullo

sfruttamento dei minori a fini sessuali nel mondo, va

di moda il blob sulla pedofilia di massa come massa

indiscriminata di atteggiamenti sempre e comunque turpi

da parte dell'adulto che s'interessa sessualmente ai

bambini e alle bambine anche quando,

disinteressandosene, se ne interessa sensualmente

(ilconcetto è chiarito più avanti). Il criminale che,

per telefono, chiede al trafficante di carnina umana se

alla dodicenne in catalogo è consentito infilare aghi

nei capezzoli, non viene più definito tale, bensì

pedofilo, per far sì che tra i due reati il maggiore

passi per quello minore e viceversa.

Per lo stesso

motivo, di recente, è stato illustrato dai media con

gli stessi criteri l'omicidio a Catania di un venditore

ambulante di tessuti per mano di un quindicenne col

quale »intratteneva un turpe rapporto : mentre la

vittima viene esposta al ludibrio con nome e foto,

dell'assassino, pentito per il "turpe rapporto" lavato

col sangue, a parte l'età e che è di buona famiglia,

non si sa niente. Infine, si ha il sospetto che ci si

prepari a farne un eroe.

(...)

Ed ecco che si mischia la pedofilia di induzione alla

prostituzione e di sfruttamento porno-commerciale con

quella di disinteressata simpatia o apatia spinta che

esprima penetrazione e ogni tecnicismo-da-farsi-varco;

ecco che si sovrappone la pedofilia violenta e metodica

del maniaco con quella blanda e passeggera del maestro

elementare o del prete palponi ma morta lì.

(...)

Conoscere significa saper

distinguere prima di operare qualsivoglia nesso - non

ce lo insegna Spinoza o Leibniz, ma un contadino

qualsiasi dopo la mietitura del grano. Io direi questo

di veramente rispettoso nei confronti di tutti i

bambini di entrambi i sessi: a) l'adulto responsabile

non si deve lasciar intimorire dall'offerta sessuale

del bambino, poiché un bambino senza curiosità sessuali

è un bambino già subnormale, b) se provocato

sessualmente da un bambino, l'adulto non lo traumatizza

né con un rifiuto castrante né con un'accondiscendenza

euforica, c) all'offerta sessuale del bambino bisogna

che l'adulto responsabile dia una risposta sensuale, e

non una risposta astratta a base di rimproveri,

ammonizioni e di disfiducia verso la propria sessualità

e di orrore verso quella degli altri, tutti potenziali

mostri dietro l'angolo. Se per fare questo gli si prende

in mano il pisello o le si accarezza la passerina -

gesti che io non ho mai fatto comunque con nessuno:

sarà per questo che tutti i bambini e le bambine della

mia vita mi hanno girato le spalle per sempre? - che

sarà mai? Bisogna affrontare l'altra faccia della

Coazione da Baci Perugina dei bigotti senza scrupoli e

capire che spesso è il bambino a dire all'adulto,

rimasto troppo a lungo indifferente, »Scusi, mi dà una

caramella? . Così, quando si stigmatizza una povera

maestra elementare rea di "aver palpato" dei bambini di

pochi anni durante un bagnetto si arriva al massimo

degrado della sessuofobia, perché che diavolo si può

fare, facendo un bagnetto a un bambino, se non

palparlo? é giocando nei suoi termini di sessualità che

si accende in lui la luce della sensibilità, la fiducia

nel mondo attraverso l'accettazione del proprio corpo

festeggiato e dunque accolto da un altro corpo. Se

facendo il bagno a un bambino non gli tocchi il pisello

che lui ti esibisce fieramente e lo umilii seduta

stante, »perché certe cose non si devono fare , il

malato sei tu adulto che stai facendo di lui un malato

come te, non l'adulto che glielo tocca e cerca di fare

alla svelta a lavarlo e ad asciugarlo e ci ride sopra

come da che mondo è mondo. E adesso, dopo questa

campagna scriteriata contro la pedofilia confusa con la

criminalità e l'aberrazione umana, che accadrà? Accadrà

che anche il più blando dei pedofili, il nonnino del

quartiere di imperitura memoria, che prima attirava i

bambini nel sottoscala con una mela, gli dava una

palpatina e poi li lasciava andare felici e contenti,

adesso, prima ancora di attirarli, penserà a come e a

dove nasconderne il cadavere. Inoltre avremo davanti a

noi generazioni di adulti-robot, perché i bambini non

palpati, non accarezzati, non pastrugnati, non

sbaciucchiati, non amati sensualmente senza tanti

brutti discorsi sulla normalità, sono adulti infelici,

criminali, tutti potenziali stupratori, squartatori,

sadici depressi con una sola cosa in testa:

vendicarsi. Io, che in questo senso ho amato decine di

bambini e di bambine cominciando da quelle e da quelli

dei miei fratelli e sorella, adesso che mi avvicino ai

cinquanta, contrariamente al mio stesso sentire, devo

farmi forza e respingere in blocco i bambini, ferendoli

in maniera irreparabile, io, che non ho mai avuto paura

e li ho aiutati a crescere assecondandoli e

provocandoli con giudizio. Io adesso devo inventarmi la

coda di paglia che non ho, perché devo essere falciato

nella messe sessuofobica predisposta quindici anni fa

da questo papa e da questi specialisti dell'infanzia

squallidi e irresponsabili come forse mai prima nella

storia della Chiesa e della civiltà occidentale. Del

resto, a che scopo discutere tanto di pedofilia e di

sessualità dei bambini e di sessualità in generale in

una società che non ammette il sesso neppure fra

adolescenti consenzienti? in una società di adulti

malati e schizofrenici che sui bambini di oggi si

vendicano in ogni modo perché sono stati vittime a loro

volta di quella blasfemia etica di origine cattolica

secondo la quale pagare le tasse è "da fessi" e

frodare, ammazzare, tradire, prostituire, sfruttare,

stuprare è "da furbi" e comunque "umano", mentre fare

all'amore (l'amore, capite?) è ancora "fare le cose

sporche"?

 
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