Poichè in questa conferenza si è affrontato una volta l'argomento,
desidero sottoporre all'attenzione dei frequentatori, qualche passo
di un lungo articolo
sul tema di Aldo Busi, rinvenuto in altre zone di Agorà,
che contiene, a mio avviso, qualche provocatoria ma saggia
considerazione.
SCUSI, MI DA' UNA CARAMELLA? di Aldo Busi
Centrato sulle ultime paranoiche iniziative contro la
ragionevolezza, questo inedito - inedito specialmente
perché dappertutto rifiutato - è il miglior antidoto
alle gravi sciocchezze che ci frastornano.
Con lo scoppio della Conferenza di Stoccolma sullo
sfruttamento dei minori a fini sessuali nel mondo, va
di moda il blob sulla pedofilia di massa come massa
indiscriminata di atteggiamenti sempre e comunque turpi
da parte dell'adulto che s'interessa sessualmente ai
bambini e alle bambine anche quando,
disinteressandosene, se ne interessa sensualmente
(ilconcetto è chiarito più avanti). Il criminale che,
per telefono, chiede al trafficante di carnina umana se
alla dodicenne in catalogo è consentito infilare aghi
nei capezzoli, non viene più definito tale, bensì
pedofilo, per far sì che tra i due reati il maggiore
passi per quello minore e viceversa.
Per lo stesso
motivo, di recente, è stato illustrato dai media con
gli stessi criteri l'omicidio a Catania di un venditore
ambulante di tessuti per mano di un quindicenne col
quale »intratteneva un turpe rapporto : mentre la
vittima viene esposta al ludibrio con nome e foto,
dell'assassino, pentito per il "turpe rapporto" lavato
col sangue, a parte l'età e che è di buona famiglia,
non si sa niente. Infine, si ha il sospetto che ci si
prepari a farne un eroe.
(...)
Ed ecco che si mischia la pedofilia di induzione alla
prostituzione e di sfruttamento porno-commerciale con
quella di disinteressata simpatia o apatia spinta che
esprima penetrazione e ogni tecnicismo-da-farsi-varco;
ecco che si sovrappone la pedofilia violenta e metodica
del maniaco con quella blanda e passeggera del maestro
elementare o del prete palponi ma morta lì.
(...)
Conoscere significa saper
distinguere prima di operare qualsivoglia nesso - non
ce lo insegna Spinoza o Leibniz, ma un contadino
qualsiasi dopo la mietitura del grano. Io direi questo
di veramente rispettoso nei confronti di tutti i
bambini di entrambi i sessi: a) l'adulto responsabile
non si deve lasciar intimorire dall'offerta sessuale
del bambino, poiché un bambino senza curiosità sessuali
è un bambino già subnormale, b) se provocato
sessualmente da un bambino, l'adulto non lo traumatizza
né con un rifiuto castrante né con un'accondiscendenza
euforica, c) all'offerta sessuale del bambino bisogna
che l'adulto responsabile dia una risposta sensuale, e
non una risposta astratta a base di rimproveri,
ammonizioni e di disfiducia verso la propria sessualità
e di orrore verso quella degli altri, tutti potenziali
mostri dietro l'angolo. Se per fare questo gli si prende
in mano il pisello o le si accarezza la passerina -
gesti che io non ho mai fatto comunque con nessuno:
sarà per questo che tutti i bambini e le bambine della
mia vita mi hanno girato le spalle per sempre? - che
sarà mai? Bisogna affrontare l'altra faccia della
Coazione da Baci Perugina dei bigotti senza scrupoli e
capire che spesso è il bambino a dire all'adulto,
rimasto troppo a lungo indifferente, »Scusi, mi dà una
caramella? . Così, quando si stigmatizza una povera
maestra elementare rea di "aver palpato" dei bambini di
pochi anni durante un bagnetto si arriva al massimo
degrado della sessuofobia, perché che diavolo si può
fare, facendo un bagnetto a un bambino, se non
palparlo? é giocando nei suoi termini di sessualità che
si accende in lui la luce della sensibilità, la fiducia
nel mondo attraverso l'accettazione del proprio corpo
festeggiato e dunque accolto da un altro corpo. Se
facendo il bagno a un bambino non gli tocchi il pisello
che lui ti esibisce fieramente e lo umilii seduta
stante, »perché certe cose non si devono fare , il
malato sei tu adulto che stai facendo di lui un malato
come te, non l'adulto che glielo tocca e cerca di fare
alla svelta a lavarlo e ad asciugarlo e ci ride sopra
come da che mondo è mondo. E adesso, dopo questa
campagna scriteriata contro la pedofilia confusa con la
criminalità e l'aberrazione umana, che accadrà? Accadrà
che anche il più blando dei pedofili, il nonnino del
quartiere di imperitura memoria, che prima attirava i
bambini nel sottoscala con una mela, gli dava una
palpatina e poi li lasciava andare felici e contenti,
adesso, prima ancora di attirarli, penserà a come e a
dove nasconderne il cadavere. Inoltre avremo davanti a
noi generazioni di adulti-robot, perché i bambini non
palpati, non accarezzati, non pastrugnati, non
sbaciucchiati, non amati sensualmente senza tanti
brutti discorsi sulla normalità, sono adulti infelici,
criminali, tutti potenziali stupratori, squartatori,
sadici depressi con una sola cosa in testa:
vendicarsi. Io, che in questo senso ho amato decine di
bambini e di bambine cominciando da quelle e da quelli
dei miei fratelli e sorella, adesso che mi avvicino ai
cinquanta, contrariamente al mio stesso sentire, devo
farmi forza e respingere in blocco i bambini, ferendoli
in maniera irreparabile, io, che non ho mai avuto paura
e li ho aiutati a crescere assecondandoli e
provocandoli con giudizio. Io adesso devo inventarmi la
coda di paglia che non ho, perché devo essere falciato
nella messe sessuofobica predisposta quindici anni fa
da questo papa e da questi specialisti dell'infanzia
squallidi e irresponsabili come forse mai prima nella
storia della Chiesa e della civiltà occidentale. Del
resto, a che scopo discutere tanto di pedofilia e di
sessualità dei bambini e di sessualità in generale in
una società che non ammette il sesso neppure fra
adolescenti consenzienti? in una società di adulti
malati e schizofrenici che sui bambini di oggi si
vendicano in ogni modo perché sono stati vittime a loro
volta di quella blasfemia etica di origine cattolica
secondo la quale pagare le tasse è "da fessi" e
frodare, ammazzare, tradire, prostituire, sfruttare,
stuprare è "da furbi" e comunque "umano", mentre fare
all'amore (l'amore, capite?) è ancora "fare le cose
sporche"?