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Conferenza Rivoluzione liberale
Russo Dario - 27 gennaio 1998
ARISI,'RISCHIA DI FERMARSI IN UNA STAZIONE
SECONDARIA'...

INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Roma - (Adnkronos) - ''Il treno dell'editoria rischia di restare fermo in

una stazione secondaria mentre nella vicina direttissima sfrecciano i

treni superveloci dei new media''. Non usa mezzi termini Arturo

Parisi, strettissimo collaboratore di Romano Prodi a Palazzo Chigi

come sottosegretario, nel giudicare lo stato di salute del settore in

Italia, dopo un anno e mezzo di lavoro come responsabile del

governo per i problemi dell'editoria. E in una intervista all'Adnkronos

illustra la sua linea di intervento per aiutare il mondo

dell'informazione a cambiare passo.

''La reintroduzione del convoglio dell'editoria -dice il professor Parisi-

lungo il nuovo asse della comunicazione deve essere il risultato di

una pluralita' di interventi e non ci sono soluzioni semplici. Sinora

l'editoria e' stata essenzialmente cartacea. Il nodo prioritario oggi e'

questo: trasferire informazione e cultura dai supporti tradizionali a

quelli multimediali e, allo stesso tempo, non ostacolare la

combinazione di conoscenze che sinora erano affidate a veicoli

diversi (e che quindi davano luogo a generi distinti) facendo cosi' nascere nuovi prodotti. Il governo vuol

favorire i nuovi processi e il passaggio al multimediale con una normativa aggiornata''.

Come raggiungere l'obiettivo di modernizzare l'industria editoriale per metterla in grado di competere con i

prodotti stranieri? Arturo Parisi indica quattro linee guida con le quali il governo vuol favorire la ''grande

trasformazione'': l'aumento della lettura, la qualificazione e l'estensione della rete distributiva dei giornali e

della cultura, l'innovazione attraverso lo strumento del credito agevolato, la ridefinizione e l'applicazione

rigorosa degli indici di affollamento pubblicitari in televisione.

''Si compra di meno perche' si legge di meno. E', purtroppo, un dato che accomuna tutto il settore

editoriale. La crisi ha come fattore dominante la domanda, che e' scarsa. Qui -dice Parisi- non si può

intervenire se non con sostegni di medio periodo, a cominciare dagli investimenti nella scuola. Intanto, il

disegno di legge sull'allargamento e la qualificazione della distribuzione mette in pratica un principio

importante: e' il giornale che deve inseguire il lettore, non il lettore che deve inseguire il giornale''.

''Il governo dara', in base anche alle nuove norme regolamentari della Camera, priorita' assoluta al

disegno di legge per accelerarne l'esame chiedendone l'iscrizione in calendario alla Commissione Cultura

della Camera. In fatto di distribuzione, il miglioramento di quella postale resta un obiettivo prioritario: la

legge finanziaria ha inserito 100 miliardi in più (da 300 a 400) di sostegno tariffario. Ma la qualita' del

servizio -aggiunge Parisi- deve fare grossi passi in avanti: nella direttiva impartita all'Ente Poste, la

presidenza del Consiglio ha fissato l'impegno ad assicurare la distribuzione dei prodotti editoriali in un

tempo non superiore alla media dei paesi europei immediatamente comparabili''.

''Se il punto chiave e' prendere il treno della multimedialita', il governo punta a sostenere l'innovazione.

Innovazione di processo e di prodotto. A questo fine -spiega il sottosegretario alla Presidenza del

Consiglio- abbiamo gia' utilizzato la legge finanziaria per aumentare da 35 a 50 miliardi la posta destinata

al credito agevolato per il settore dell'editoria''.

''Ultimo ma non meno importante nodo strategico, la pubblicita'. La disponibilita' di risorse da introiti

pubblicitari e' uno dei limiti fondamentali dell'editoria tradizionale. Il governo -dice Parisi- vuole intervenire

attraverso la ridefinizione e la rigorosa applicazione degli indici di affollamento pubblicitario per le

televisioni, che oggi ne assorbono la parte preponderante. Alleggerire la pressione pubblicitaria sulle tv, se

puo' significare un aumento certo delle tariffe, non assicura che le risorse liberate si dirigano

automaticamente verso la carta stampata. Ma e' la condizione primaria perche' cio' possa avvenire. Qui

interverremo in parallelo agli interventi legislativi di Antonio Maccanico, integrando il ddl 1038''.

A che punto e' il tavolo di confronto con gli operatori del settore promosso dal governo nel luglio scorso

sulla base di un rapporto presentato dal gruppo di esperti della Presidenza del Consiglio? ''Siamo alla

vigilia della conclusione dei lavori, anche se quella del tavolo e' una modalita' che resta valida in generale.

Le risultanze -dice Parisi- verranno tradotte in proposte normative. Nel frattempo, come ho spiegato, non

siamo stati con le mani in mano ma abbiamo lavorato sulla legge finanziaria e sui ddl Maccanico. A

questo proposito voglio ricordare che in tema di concentrazioni una conclusione importante del tavolo

modifica il sistema dei controlli delle concentrazioni: dal criterio della tiratura si va a quello della diffusione.

Un criterio condiviso che potra' essere adottato anche per la determinazione dei contributi diretti per

l'editoria''.

''Tra gli altri risultati del tavolo -aggiunge Parisi- vale la pena di ricordare anche gli interventi sulla

previdenza dei giornalisti e la disciplina dei prepensionamenti nel quadro delle norme sullo stato sociale.

Abbiamo consentito all'Inpgi di procedere in autonomia a ristabilire l'equilibrio strutturale tra i contributi e le

prestazioni attraverso un congelamento temporaneo della riserva tecnica dell'Istituto e operando in senso

restrittivo sui requisiti soggettivi di accesso ai prepensionamenti. Sulla stessa linea si può pensare di

cercare un consenso con le categorie anche per i poligrafici. In generale, dal tavolo e' emersa con forza la

consapevolezza di dover cambiare la normativa esistente, a cominciare dalla 416 (la legge principale che

regola il settore). E io credo che, come la 416 aveva aiutato il passaggio dalla tecnologia a caldo (quella

del piombo in tipografia) a quella a freddo, cioe' l'informatica, così oggi dobbiamo sostenere il grande

passaggio al multimediale''.

Naturalmente, Arturo Parisi sta seguendo da vicino anche la vicenda di Radio radicale. ''Personalmente

-dice- non posso che rinnovare l'apprezzamento per il servizio svolto, che e' stato prezioso per tutti quelli

che seguono da vicino la vita politica e parlamentare. Oggi non posso che auspicare che le trasformazioni

imposte dalla legge non abbiano a mettere in dubbio la continuazione dell'attivita' della radio,

continuazione peraltro sostenuta dal finanziamento pubblico per le radio di partito''.

''Poiche' l'attribuzione alla Rai del compito di assicurare l'informazione parlamentare si fonda su precise

disposizioni di legge, si può cambiare solo attraverso provvedimenti legislativi. Il governo e' aperto

-conclude Parisi- a sostenere ogni iniziativa che ridefinisca la normativa consentendo a emittenti private

come Radio radicale di cooperare e competere con la Rai nell'assicurare un servizio importante per la

democrazia.

 
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