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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 30 gennaio 1998
Da "La Repubblica" di venerdì 30 gennaio 1998

RAI, SCELTO IL NUOVO CDA

ANSELMI RINUNCIA, IL PRESIDENTE SARA ZACCARIA

di Aldo Fontanarosa

ROMA - Sarà Roberto Zaccaria il nuovo presidente della Rai. L' ex consigliere d'amministrazione della tv pubblica, di area Ppi, arriva sulla poltrona più alta di viale Mazzini, alla fine di una giornata frenetica, segnata dalla rinuncia di Giulio Anselmi, direttore dell'"Ansa", e da un vertice risolutivo tra Romano Prodi e i presidenti di Camera e Senato, cui spetta la designazione del nuovo Cda.

Membri del nuovo consiglio sono l'ex direttore ed attuale editorialista del "Messaggero" Vittorio Emiliani, in quota ai Verdi; l'attuale direttore delle Relazioni esterne di Tmc Stefano Balassone, in quota Pds; l'ex dirigente della Rai e docente della "Luiss" Giampiero Gamaleri (in quota Forza Italia); e il pubblicitario Alberto Contri, presidente dell'Assap, che sarebbe stato indicato da An.

Anselmi, per due giorni, in pole position, aveva rinunciato nel pomeriggio. Dopo un elementare calcolo, il direttore dell'agenzia "Ansa" si è accorto che non avrebbe avuto una vera rassicurante maggioranza nel consiglio d'amministrazione di cinque membri che si preparava a guidare. A ostacolarlo, almeno secondo la ricostruzione di alcuni giornali, anche l'ostilità di Nicola Mancino e di alcuni ambienti cattolici, svelata da un corsivo al cianuro apparso l'altro ieri sull'"Avvenire", quotidiano della Conferenza episcopale. Dopo l'addio di Anselmi, restavano in pista per l'incarico due personalità dell'area di centro, l'ex presidente di Finmeccanica Fabiano Fabiani, e Roberto Zaccaria, Ppi, docente di Diritto costituzionale a Firenze, per 16 anni nel Cda di viale Mazzini, che ora la spunta: formalmente sarà il conmsiglio a incoronarlo, ma l'accordo politico porta diritto al suo nome.

Il Pds, invece, mette le mani su una poltrona decisiva, quella di direttore generale della Rai che è stata sempre riservata, da 40 anni a questa parte, a dc o ex dc. Come direttore generale, Botteghe Oscure propone Pierluigi Celli, l'attuale capo del personale dell'Enel che è stato anche a capo del personale di viale Mazzini durante la presidenza di Claudio Dematté. Celli, ieri, ha segretamente incontrato il segretario del Ppi, Franco Marini. Frettolosamente etichettato come un "tagliatore di teste", attitudine che il Polo si è premurato di ricordare ieri, Celli ha provato a capire se anche piazza del Gesù avrebbe fermato la sua designazione. L'incontro è andato bene , anche perché in Rai Celli verrà accompagnato da due vicedirettori generali, riconducibili ad altre aree politiche. Si parla di Roberto Di Russo, stimato da Marini, e di una conferma di Francesco Mengozzi, uomo Iri.

L'addio di Giulio Anselmi, ieri pomeriggio, è caduto nel bel mezzo di un incontro riservato di Luciano Violante e Nicola Mancino con Romano Prodi, che ha lungamente discusso dell'intricata pratica Rai anche con Marini, Maccanico e Scalfaro. Proprio Mancino, presidente del Senato, è stato il più grande avversario di Anselmi, almeno a giudicare dalle ricostruzioni di alcuni giornali che individuano in lui l'ispiratore di un corsivo dell'"Avvenire", il giornale della Conferenza episcopale, assai critico verso il direttore dell' Ansa. Mancino - bisogna aggiungere - ha negato con forza di aver ricoperto il ruolo del cecchino.

Il "no" di Anselmi è stato condizionato anche dalla composizione del consiglio d'amministrazione della Rai che avrebbe dovuto presiedere. In mattinata, accanto ad Anselmi, si preparavano a sedere Giuseppe Vacca, in quota Pds, Zaccaria per i Popolari, Giampiero Gamaleri per Forza Italia e Roberto Tana, uomo di An, lui pure di formazione Iri. In questo schema, direttore generale diventava Francesco Mengozzi, altro uomo Iri. Anselmi si è subito accorto che in qualsiasi momento un'alleanza trasversale tra Gamaleri, Tana e Mengozzi avrebbe potuto stritolare le sue iniziative, riproducendo l'ingestibile situazione che dieci giorni fa ha portato all e dimissioni dalla presidenza di Enzo Siciliano. Alla notizia della sua rinuncia, l'organo sindacale dei giornalisti dell'"Ansa" si è prodotto in un vero e proprio sospiro di sollievo, mentre Francesco Storace, An, ha invitato Anselmi, "figura che garantiva davvero tutti", a ripensarci. Nello stesso momento, Paolo Romani, Forza Italia, ricordava che Celli nel '94, abban

donando prima della scadenza del contratto la poltrona di capo del personale della Rai, "pretese una buonuscita di alcune centinaia di milioni".

 
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