Sul tema si è espresso anche Saverio Vertone, all'interno di un'intervista in cui stigmatizza gli <> che pervadono il centro-destra (inserto "Sette" del Corsera di ieri):"...la ricostruzione storica, che non si fa nelle aule dei tribunali, di come è stata edificata politicamente e istituzionalmente l'Italia del dopoguerra è molto più importante del conteggio dei morti sulla coscienza di Togliatti e dei suoi successori. Non credo a questa sorta di gioudizi universale che si va compiendo alla fine del millennio: ma chi non ha morti sulla cosceinza, direttamente o indirettamente, nella storia umana? Questo giudizio universale non ha senso: non siamo alla fine dei tempi, e tantomeno siamo Cristo per potercene arrogare il diritto. Non mi piace questo moralismo che viene dai "nouveaux philosophes". Non si può intrecciare troppo strettamente la politica con la storia...".
Mi pare che Vertone non applichi il rigore con cui analizza lo stato confusionale dei suoi amici del Polo all'analisi dei silenzi e delle omissioni sui crimini del comunismo da parte dei suoi ex-compagni del PCI; il primo amore non si scorda mai?!
E poi, un laico lucido come Vertone che mi cade sul solito luogo comune clericale più che cristiano del <>!?