Purtroppo mi sono imbattuto anche nela trascrizione di un botta erisposta fra Pino Arlacchi e Gianni De Gennaro su "Le tecniche antimafia di una polizia speciale" in cui Arlacchi (allora consulente speciale del Ministero dell'Interno) così si esprime:"...In questo momento la magistratura gode di uno straordinario prestigio nella nostra società - diceva Hegel che la magistratura è più espressione della società civile che dello Stato, quasi un elemento intermedio, di congiunzione fra i due - e questo si riflette in una maggiore disponibilità della gente a parlare, a collaborare con la giustizia. Non è solo la nascita dei movimenti antimafia. E' che nella società c'è meno tolleranza verso i violenti, un atteggiamento connesso con la crescita di una cultura dei diritti.
(MicroMega) Quindi Lei considera questa primavera antimafia come un fatto di lungo periodo, non contingente.
Arlacchi: Sì. Le radici di questo cambiamento sono nelle battaglie per i diritti civili degli anni Settanta - divorzio, aborto - di cui i movimenti antimafia degli anni Ottanta sono la continuazione...".
La capacità con cui i post-comunisti all'Arlacchi manipolano la "nostra" storia, la "loro storia", la storia stupirebbe anche Orwell...