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Conferenza Rivoluzione liberale
Manfredi Giulio - 3 febbraio 1998
Su un numero arretrato di MicroMega (n. 3/93, giugno-agosto 1993) mi sono imbattuto in un intervento, pubblicato postumo, di Giovanni Falcone "PM: UNA CARRIERA DA CAMBIARE" con replica di Antonino Caponnetto "PERCHE' DISSENTO DA GIOVANNI".
Purtroppo mi sono imbattuto anche nela trascrizione di un botta erisposta fra Pino Arlacchi e Gianni De Gennaro su "Le tecniche antimafia di una polizia speciale" in cui Arlacchi (allora consulente speciale del Ministero dell'Interno) così si esprime:

"...In questo momento la magistratura gode di uno straordinario prestigio nella nostra società - diceva Hegel che la magistratura è più espressione della società civile che dello Stato, quasi un elemento intermedio, di congiunzione fra i due - e questo si riflette in una maggiore disponibilità della gente a parlare, a collaborare con la giustizia. Non è solo la nascita dei movimenti antimafia. E' che nella società c'è meno tolleranza verso i violenti, un atteggiamento connesso con la crescita di una cultura dei diritti.

(MicroMega) Quindi Lei considera questa primavera antimafia come un fatto di lungo periodo, non contingente.

Arlacchi: Sì. Le radici di questo cambiamento sono nelle battaglie per i diritti civili degli anni Settanta - divorzio, aborto - di cui i movimenti antimafia degli anni Ottanta sono la continuazione...".

La capacità con cui i post-comunisti all'Arlacchi manipolano la "nostra" storia, la "loro storia", la storia stupirebbe anche Orwell...

 
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