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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 16 febbraio 1998
UNA PICCOLA GRANDE EPOPEA LIBERTICIDA DEL SISTEMA IN ITALIA. - EMMA BONINO RISPONDE ACCINGENDOSI CON LE SUE COMPAGNE E I SUOI COMPAGNI AD AFFRONTARE UNA NUOVA NOTTE ALL'ADDIACCIO. MA CHE BEL PAESE!

Roma, 16 febbraio 1998

Da 26 ore Emma Bonino e parlamentari europei italiani e il gruppo dirigente del movimento nonviolento dei diritti civili sono ininterrottamente dinanzi a Palazzo Chigi in Piazza Colonna per ottenere la garanzia che si esca dalla flagranza di violazione del diritto della legge e delle parole date, contro l'attacco ormai chiaramente liberticida nei confronti della democrazia italiana e della componente culturale e politica radicale in Italia. Fino alle ore 10.00 di stamane non un fotografo, non un giornalista, non un rappresentante del Governo e del Parlamento a registrare questa gravissima e assolutamente senza precedenti 'notizia' e manifestazione di lotta nonviolenta. Il sistema audiovisivo ha dato a questa notizia un rilievo di cronaca e politico di carattere provocatorio e vergognoso. Il 'servizio pubblico' ha aggravato quell'ostracismo e quella censura cui il Parlamento tre mesi fa aveva ingiunto di riparare. Alle 19.00 di oggi Emma Bonino aveva convocato la conferenza stampa alla quale ha partecipato un

solo giornalista della Agenzia Italia. La visita cortese e di passaggio del Presidente del Consiglio a Emma Bonino e agli altri manifestanti sembrerebbe risolversi in un atto di privata cortesia, anziché di assunzione di responsabilità dinanzi a richieste formali al Governo e al Parlamento.

Emma Bonino, che ha già oggi annullato suoi precedenti impegni, non intende subire l'offesa al dialogo alla parola data, oltre che al diritto e ai diritti: ha deciso quindi di affrontare di nuovo anche la notte per dar corpo alla sua e nostra volontà di verità, di dialogo, di democrazia, di giustizia e di legalità. Anche noi, diciamolo francamente, preferiremmo dedicarci a regate o ad altre attività ricreative piuttosto che essere trattati e dimenticati nella piazza e sui marciapiedi alla base dei Palazzi romani come spazzatura.

 
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