Roma, 20 febbraio 1998
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Fra tanta "informazione" (volta, con Caporale di giornata a disinformare su una battaglia in corso da più di un anno) manca la consapevolezza sui tempi realmente a disposizione per una eventuale battaglia referendaria sulla legge elettorale vigente e contro il regime partitocratico sempre più prepotente.
Per ottenere il referendum entro la primavera del 1999, occorre presentare le firme in Corte di Cassazione entro il 30 settembre del 1998. Per presentarle debitamente controllate e salvaguardate occorre assicurarne un tempestivo rientro, diciamo per la metà di settembre. Le firme devono essere raccolte in un periodo "chiuso" di 90 giorni. Raccoglierle in piene ferie estive è sempre più difficile. Il periodo propizio, o meno svantaggiato, è quello che intercorre fra il 15 marzo e il 15 giugno. Ma per avere nei centri di raccolta istituzionali (Comuni, Circoscrizioni, palazzi di giustizia) i moduli debitamente vidimati fra stampa, spedizioni, altri adempimenti, occorre preventivare almeno un mese di intenso lavoro. Se si cominciasse, quindi, domani, già ci troveremmo in ritardo. Ma, fra tante discussioni, non si è nemmeno nella fase decisionale. E, a parte la nostra, non esiste per ora nessuna forza politica organizzata mobilitata o mobilitabile. I generali non mancano. Le "truppe" e l'esercito, sì.
A questo punto è l'ora, forse, di prendere atto di alcuni fatti:
1) il Movimento dei Club Pannella ha depositato un anno fa in 18.000 punti di raccolta i quesiti "elettorali", incluse "le uova di Colombo". L'operazione è stata deliberata, condotta, eseguita, con costo di lavoro, di militanza, di danaro non indifferente.
Continuare a disinformare su questo fatto, come fanno accuratamente "Repubblica" e "Il Corriere della Sera" e i pochi altri organi di stampa che se ne occupano, mostra un atteggiamento che per quanto ci riguarda non ci invoglia certamente a ritentare l'operazione.
Non siamo del tutto imbecilli né solo portatori d'acqua.
2) Mostrare di ritenere che la Corte Costituzionale abbia assunto le proprie decisioni per motivi giuridici e non per motivi politici di parte è un'offesa alla verità. E una finzione che non intendiamo secondare. La Corte statuirà per motivi politici e di parte, comunque. Alibi di decenza giurisprudenziale non saranno mai determinanti.
3) Sempre più il regime, il parlamento, i partiti, l'intellettualità a essi contigua, accettano che i referendum che si vincono siano traditi e inattuati (e magari quelli persi siano invece "attuati"). Non è accettabile - quindi - nutrire l'equivoco, il tradimento. L'"uovo di Colombo" realizza un sistema maggioritario secco ad un turno. Se lo si fa, se lo si vince, autoapplicativo com'è (ma anche se così non fosse ...) sia chiaro che le forze che lo promuovono e sostengono, propongono quindi quel sistema elettorale, e lo propongono anche - da subito - in sede legislativa.
4) Attenzione: il ministro di polizia ha con sua circolare di fatto proibito la raccolta di firme referendarie. Il regime c'è.
Sarebbe stupido ignorarlo."