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Conferenza Rivoluzione liberale
Gravina Enzo - 24 febbraio 1998
SCIOPERO DELLA FAME

Segnalo la mia interruzione oggi dello sciopero della fame intrapreso il 18/02 e annunciato "ad oltranza".

Enzo Gravina (tel. 075/5725680)

Forse riprenderò presto o subito, ma prima ho bisogno chiarire dei dubbi.

Ieri notte ho sentito uno stralcio di un intervento di Marco (su non so che cosa) in cui diceva "sto facendo ciò che sto facendo, perchè CREDO in ciò che faccio". Ciò mi ha stravolto perchè non credo abbastanza in ciò che faccio, mi manca qualche tassello.

Sono in pieno accordo con le battaglie vinte, perse, passate e presenti. Mi rendo conto che il Regime e la sua oppressione su chi va "controcorrente" sono diventati intollerabili, e per questo ho annunciato e iniziato il digiuno.

Volevo fosse ad oltranza per non attendere con "impazienza" la fine dei giorni annunciati, ma con "speranza" il raggiungimento di una vittoria. Mi sono poi accorto che per me la "vittoria" non era solo difficile, ma era impossibile: non ne conosco i contenuti. Era solo pura protesta, indignazione, ma senza prospettive. La speranza necessita di un "oggetto": io (soggetto) spero ...(oggetto). Bè, voglio continuare a sperare, ma devo chiarire qual'è l' "oggetto", almeno possibile se non probabile.

So che il digiuno è indirizzato su due fronti:

1- RR.

Ma cosa vogliamo ottenere? Forse l'anticipo sull'ordine del giorno della commissione lavori pubblici del ddl tanto atteso? Ma questo poi, anche se da sicurezza a RR fino a novembre, con altrettanta certezza sembra escluderla dalla gara. Allora forse vogliamo che ciò non avvenga?

2- Diritto di informazione sulle iniziative della Lista Pannella e dintorni.

Qual' è l'obbiettivo? Dalla audizione della RAI di oggi in Commissione di Vigilanza doveva o poteva venire qualche bella notizia? Richiediamo una riparazione?

Chi sono gli interlocutori, le controparti? Vita, la Rai, il Governo, la Commissione di Vigilanza, i giornali, la Commissione lavori pubblici... A chi mandare fax e telegrammi ... ?

Ieri in un comunicaro Rita diceva che "il regime dell'informazione italiana vuole dimostrare che il ricorso allo strumento della nonviolenza è inutile per affermare legalità e diritto". Ne sono convinto. Ma questo mi porta anche a pensare che una "unità di intenti" su ciò che può essere, e non solo su ciò che non va bene che sia, potrebbe irrobustire quel filo invisibile che lega i digiunatori, permettendogli di essere più determinati (più di me oggi), e quindi più incisivi (e magari più creativi).

Non potrò essere stasera a Roma per mancanza di soldi e tempo, questo è il mio contributo (di dubbi), che spero qualcuno voglia sciogliere.

Grazie

Enzo

 
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