Roma, 6 marzo 1998
Dichiarazione di Marco Pannella:
"L'amico Tonino Di Pietro comprende o troppo bene o troppo poco. La forza distruttrice della partitocrazia italiana non è determinata dai "partitini" contro i quali poco generosamente il senatore del Mugello ritiene di essere sceso nel campo referendario.
Sono i "partitoni" con le costellazioni "polari" che dal 1948 li accompagnano i nemici storici della democrazia, del diritto, della libertà. Inoltre Di Pietro mostra di ritenere che i referendum non costituiscano atti legislativi del popolo sovrano. Ma - come partitoni e partitini del sistema hanno sempre voluto - meri strumenti di lotta partitica, "stimoli" e via dicendo. Insomma, Di Pietro si propone ad erede di Mattarella. Anche per questo ribadisco a Mariotto Segni e ad Occhetto che il comitato referendario non può esimersi subito, con lealtà, con tassativo impegno a sostenere sia sul piano giuridico sia su quello politico il valore di legge non adulterabile da parte del Parlamento dell'eventuale vittoria referendaria.
Altrimenti l'iniziativa presa ieri rafforza la vergogna e lo scandalo dei tanti referendum traditi, da quelli sul finanziamento pubblico, a quelli sulla giustizia, a quelli sulla Rai-Tv e questo proprio va invece denunciato, delegittimato, cancellato."