Roma, 9 marzo 1998
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Augusto Barbera non può da una parte fingere di auspicare "l'unificazione della iniziativa referendaria" anche con Pannella e poi raccontar frottole equilibriste sul mio preteso estremismo antidoppioturnista. La mia posizione è semplicemente onesta sul piano politico e sul piano intellettuale e vorrei il reciproco da chi dichiara di voler se possibile lavorare insieme.
Quel che io affermo è che il referendum non può che essere tale da determinare un maggioritario secco ad un turno. Non posso farci nulla, anche se lo volessi.
Barbera nega di volere il referendum "solo" per la sua funzione di stimolo. Ma allora per cosa lo vuole se non per l'unica cosa che può dargli: il maggioritario ad un turno? Invece si è pronti a sostenere di nuovo, come nel 1993 e come sempre, che il Parlamento può poi fare e disfare quel che gli pare dell'esito referendario. Il Parlamento, cioè i partiti, in particolare i 'grossi partiti'. Barbera, evidentemente, appartiene alla scuola di chi ritiene perniciosi i 'limiti' alla sovranità dei partitoni posti dalle correzioni monoturniste o proporzionaliste del maggioritario.
La commedia degli equivoci è durata troppo a lungo: una quindicina d'anni almeno. Non mi si chieda di tornare a consentire a Barbera di giocarla, magari invece che a D'Alema o a Marini, a Berlusconi o a Bossi".