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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Radio - 11 marzo 1998
- RADIO RADICALE: PARERE NEGATIVO ANTITRUST SU DDL =

(ASCA) - Roma 11 mar - Il presidente dell'Autorita' garante

della concorrenza e del mercato (antitrust), Giuseppe

Tesauro, ha trasmesso al Presidente del Senato, Nicola

Mancino, un parere negativo sul disegno di legge del governo

per la prosecuzione della trasmissione in diretta delle

sedute parlamentari da parte di Radio Radicale, attualmente

all'esame della Commissione lavori pubblici e comunicazioni

di Palazzo Madama.

''Alcune disposizioni contenute nel ddl - secondo il

parere dell'Autorita' antitrust - potrebbero ridurre

notevolmente i positivi effetti introdotti dalla concorrenza

per il mercato mediante la gara''.

- RADIO RADICALE: PARERE NEGATIVO ANTITRUST SU DDL (2) =

(ASCA) - Roma, 11 mar - ''Il comma 5 del ddl - prosegue

l'Antitrust - dispone la sola sospensione dell'efficacia

fino al 31 dicembre '98 dell'art.14 del contratto di

servizio tra la Rai e il ministero delle Comunicazioni,

articolo che prevede l'avvio della rete parlamentare da

parte della stessa Rai''. Ad avviso dell'Autorita' garante

''la semplice sospensione dell'efficacia dell'art.14,

anziche' la sua completa abrogazione, potrebbe determinare

una distorsione del meccanismo concorrenziale previsto dal

ddl. Infatti, qualora la Rai dovesse risultare vincitrice

della gara, sara' la successiva convenzione con lo Stato a

disporre i relativi obblighi e fino alla scadenza della

convenzione stessa, alla quale seguirebbe un'altra gara.

L'art. 14, in questo caso - scrive ancora l'Antitrust -

risulterebbe superfluo. Se, invece, risultasse vincitrice

della gara un'altra emittente, dopo il 31 dicembre '98 la

Rai sarebbe di fatto autorizzata a riprendere le

trasmissioni parlamentari, determinando un'inutile

duplicazione del servizio finanziata dal canone di

abbonamento''.

and/leo/sl (segue)

- RADIO RADICALE: PARERE NEGATIVO ANTITRUST SU DDL (3) =

(ASCA) - Roma, 11 mar - L'Autorita' antitrust ''ritiene

pertanto opportuno che la modifica legislativa disponga

l'abrogazione dell'obbligo per la Rai di avviare la rete

parlamentare, lasciando che il servizio venga poi

disciplinato dalla convenzione con l'emittente vincitrice

della gara''.

L'Autorita' garante osserva inoltre che il ddl ''non

modifica l'art.33 del contratto di servizio, che, nel

definire l'entita' del canone di abbonamento della Rai in

base ad una formula matematica, fa dipendere l'ammontare del

canone anche dagli investimenti della Rai per avviare la

rete parlamentare. Qualora permanesse nel contratto di

servizio tale previsione, la Rai riceverebbe un

finanziamento non solo finalizzato ad un obbligo ormai

superato per l'anno in corso e per il futuro, in caso di

vittoria nella gara, finanziato da altro sussidio pubblico,

ma che potrebbe favorire gli investimenti della Rai sul

mercato contiguo delle trasmissioni radiofoniche in

modulazione di frequenza, falsando la concorrenza con gli

altri soggetti che vi operano. Percio' - conclude

l'Antitrust - l'attuale formulazione dell'art.33 del

contratto di servizio puo' favorire l'insorgere di

comportamenti da parte della concessionaria pubblica che

siano volti ad acquisire una posizione di privilegio in

vista della gara, condizionandone l'esito. E' difficile

negare che sia distorsivo della concorrenza bandire una gara

e, allo stesso tempo, sussidiare la futura partecipazione

di uno dei concorrenti''.

and/leo/sl

111327 MAR 98

 
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