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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Marco - 12 marzo 1998
CYBERDEMOCRACY: QUALI LEGGI SUBITO
PER NON BLOCCARE LA VAPORIERA DEL PROGRESSO

Stimolato dall'assenza e dall'intervento dell'Ambasciatore Cappato, prendo spunto dal suo ultimo testo per mantenere la promessa fatta nel mio riassunto (un po'frettoloso) dell'audizione di Bill Gates al Senato USA.

Forse le mie misere proposte implicano piu' una rivoluzione liberale che non quella tecnoligica, me ne scuso sin dall'esordio. Come mi scuso alla Fa.Grassi della mia assenza al seminario.

Ferme restando tutte le mie perplessita' circa la necessita' di legiferare per regolamentare la rete, mi pare che sia assolutamente necessario ricordare come si debba insistere sulla trasparenza della pubblica amministrazione, la liberalizzazione dei mercati e la scuola.

TRASPARENZA E ACCESSIBILITA'

Non solo la macchina burocratica deve rendere accessibili i propri lavori sia nel risultato finale che, importantissimo, nel processo deliberativo, ma detta pubblicizzazione elettronica deve avvenire tenendo conto delle caratteristiche del mezzo e cioe' dell'interattivita'.

Nei rapporti con la pubblica amministrazione, la presenza fisica del cittadino dovra' diminuire evitandogli sprechi di tempo e danaro per vedersi garantiti alcuni diritti-doveri - come l'obbligo di un documento di identita', la certificazione della propria esistenza, il contrarre matrimonio, l'avere un codice fiscale ed altro. Mentre i carichi di lavoro dell'amministrazione dovranno essere ridistribuiti chiudendo alcuni uffici e tenendo I virtuali corrispettivi aperti 24 ore al giorno. Tutto cio' implichera' naturalmente corsi di specializzazione e/o formazione e telelavoro.

La 'modulistica' dovra' per forza di cose essere rivoluzionata e, dovendo diventare un testo elettronico da riempire online, radicalmente semplificata e razionalizzata.

Ora, puo' uno stato che obbliga I propri cittadini ad andare in giro con una carta di identita' dalla superficie quadrata pari a qulla di un compact disc in cui sono archiviati pochissimi dati, tra cui lo spazio per l'impronta digitale (sic!), fare tutto questo? Io credo proprio di no.

Qui dovrebbe entrare in gioco il seminario che, sotto la guida dei radicali dinamici e sempre attenti a non perder il refolo (oltre che il treno), potrebbe prolungare il proprio esistere diventando il luogo informale ed elastico della veicolazione di proposte innovative al governo, centrale o locale che sia. Un governo che dovrebbe prenderle in considerazione, valutarne I costi e I benefici e implementarle in tempi brevi per risparmiare I soldi esatti con le tasse ai propri cittadini al fine di rendere efficiente la propra macchina burocratica. Un governo che si autorivoluzionerebbe...

Da tenere sempre in considerazione le possibilita' di finanziamenti da parte dell'Unione Europea troppo spesso inevasi per mancanza di richiesta o per mancanza di proposte da parte della burocrazia italiana o del suo popolo bue:) tenuto all'oscuro dalla pubblica amministrazione dell'esistenza di tali possibilita'.

LIBERALIZZAZIONE DEI MERCATI

Essendo stata, e continuando ad essere, l'Italia una socialburocrazia, la liberalizzazione deve consistere in un periodo di lacrime e sangue per I monopoli esistenti. Si dovra' quindi proibire, ahime'! la presenza nel settore di mercato in questione, degli attuali soggetti pubblici, nel nostro caso, la Telecom e l'Enel.

Nessun soggetto oggi attualmente in posizione isolata, e quindi dominante, dovrebbe poter essere presente sul mercato con una duplice funzione: la telecom proprietaria dei cavi non potrebbe quindi essere anche internet provider, se il Governo, e non lo Stato si badi bene, decide che anche la telecom italia puo' fare cio', allora vi deve essere l'abbattimento delle barriere geografiche del mercato, nel caso delle telecomunicazione cosa piu' facilmente praticabile, per dare la possibilita' ad altri monopoli di transnazionalizzarsi e concorrere con i propri omologhi iniziando un circolo virtuoso.

In un contesto di globale apertura, anche se tra monopoli nazionali, il mercato tendera' sempre di piu' a liberalizzarsi, mettendo in concorrenza I vari soggetti, ed eventualemtne dando la possibilita' a nuovi imprenditori di competere. Il circolo puo' altresi' diventare vizioso favorendo la composizione di cartelli, ma cio' accadra' solo dove le liberta' dovessero essere limitate da leggi 'autarchiche' o 'regionalistiche', scatenando le furie dei cittadini abituati a tutt'altri trattamenti.

Quindi, la proposta di impedire la presenza della telecom nella vendita di accessi e servizi internet avrebbe dovuto essere assolutamente cruciale. Visto pero' che la Telecom si e' gia' aggiudicata video online e quindi e' presente sul mercato... forse potrebbe essere interessante tenere in considerazione esperienze tipo quella inglese in cui si e' arginato il monopolio BT per creare le condizioni necessarie per altri soggetti di essere presenti sul mercato.

Piu'in generale non essendo proibizionisti si dovrebbe porre un limite temporale alle limitazioni di assenza dal mercato, fissando l'ostracismo a 5 anni, periodo in cui verrebbe data la possibilita' al mercato di essere libero da abusi di posizinoe dominante. Le alleanze, le guerre che ne conseguiranno avranno il pregio di essere tra 'pari' o quasi.

Dato l'attuale contesto non saprei come tradurre in legge I limiti ai monopoli, forse misure tipo la detassazione per I non monopoli potrebbe essere, sempre per un periodo limitato di avviamento, una sorta di palliativo-incentivo per combattere la telecom.

SCUOLA

Infine mi pare importante non dimenticare la cosiddetta alfabetizzazione info-telematica. Che secondo me deve avere un interesse-stanziamento pubblico solo per quanto riguarda la scuola. Certo se il consiglio di quartiere di Borgunto vuole organizzare un corso internet per gli ultraottantenni il presidente del consiglio circoscrizionale dovrebbe poter mettere a disposizione una delle sale della propria sede...

Tornando a noi, il Cappato ci ha gia' avvertiti dei problemi legati agli acquisti statali di hardware - monopolio sceglie monopolio - a questi credo che vadano aggiunti altri dubbi legati alla capacita' delle scuole di potersi organizzare elasticamente, ma, confindando nella pronta attuazione dell'autonomia degli istituti scolastici, essendo non-puritano ed essendo l'Italia il paese del sole e del mandolino e non del cd rom e del mouse faro' uno sforzo.

Il personale in esubero potrebbe, a spese dell'unione europea per esempio, essere aggiornato circa l'uso del computer, dal mero uso della tastiera ai piu' sofisticati prorammi di scrittura, publishing e editing fino alla navigazione in rete. Le scuole, sempre con danari comunitari, potrebbero dotarsi di computer, che forse potrebbero essere in network, oppure cercare sponsorizzazioni da aziende private per dotarsi delle ultime novita' sulla piazza. Per rendere piu' umano e pure umanistico lo sforzo, l'alfabetizzazione info-telematica deve essere accompagnata da quella linguistica, sia con la pratica del lingaggio veicolare delle icone, sia attraverso la lingua della comunicazione internazionale e cioe' l'esperanto : ))))))))))))))). In tal modo si darebbe la possibilita' agli studenti non solo di imparare ad utilizzare un mezzo di comunicazione, ma anche di impare una lingua - che naturalmente sara' l'inglese (sorry) - per comuncare con il resto del genere umano.

I bambini in particolar modo devono poter iniziare fin da piccoli a familiarizzare con il cd rom invece che col pallottoliere, dimodoche' una volta grandi non useranno espressioni del tipo "perder il treno" quando dovranno parlare di telematica con I propri amichetti al bar, dimostrando di non averlo perso da tempo.

Tutto quanto suddetto circa i lati educativi dovrebbe divenire parte integrante dei curricula della scuola dell'obbligo andando a sostituire l'insegnamento dell'oppio dei popoli, droga piu' dannosa, e complementando, laddove esistente, la cosiddetta 'educazione tecnica'.

 
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