("Sole 24 ore" del 13/3/98)"Roma - La programmazione degli spazi Tv nell'ambito della campagna referendaria del'anno scorso è pienamente in regola e di conseguenza non può aver leso le prerogative dei comitati promotori. Non c'è stato neppure ritardo nell'avvio delle tribune, la cui programmazione non è fissata, quanto al tempo, per legge. Lo ha stabilito la Corte costituzionale (sentenza n. 49/98 depositata ieri) che ha ritenuto infondato il ricorso presentato a suo tempo dai rappresentanti del Comitato promotore dei referendum abrogativi. La Consulta ha stabilito che il ciclo di trasmissiobni con la sola presenza dei politici <> della posizione giuridica dei comitati promotori (invitati ad altre trasmissioni).Infatti, fissando in questo modo le regole della programmazione degli spazi televisivi, la commissione di vigilanza ha valorizzato <> che l'istituto del referendum assume nel sistema costituzionale. Occorre tener conto - ha osservato la Corte - che da una parte il refrendum rappresenta una <>, dall'altra ha per oggetto la richiesta di abrogazione di leggi dello Stato, cioè <>.