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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 18 marzo 1998
NON SOLO IL CORRIERE DELLA SERA NON HA PROPOSTO A MARCO PANNELLA NESSUNA REPLICA, MA NON HA ANCORA PROVVEDUTO A PUBBLICARE A NORMA DI LEGGE LA SEGUENTE "RETTIFICA", CHE AVREBBE DOVUTO ESSER PUBBLICATA ENTRO TRE GIORNI DAL RECAPITO, CIOE' OGGI:

"Si è oggi ripetuta una aggressione che dura da troppo, che va finalmente fatta terminare. Sono ormai molti anni che, senza offrirmi possibilità alcuna di replica, sparandomi addosso il piombo di incredibili insulti, falsità, contumelie, con articoli di fondo, nel contesto di un più generale ostracismo e di censure che i lettori ben conoscono, il "Corriere della Sera" mi incrimina per reato d'opinione: quella stessa opinione che il Senatore Giovanni Agnelli e il Presidente della FIAT Cesare Romiti ("sarebbe opportuno adottare il sistema elettorale maggioritario anglosassone") in settimane recenti hanno affidato ai media non solo italiani, che è condivisa dalla immensa maggioranza dell'opinione pubblica e aborrita dalla partitocrazia e dal suo sistema di potere.

Non importa quali siano la firma, l'autore preferito per questi processi sommari ed esecuzioni stile Chicago anni '30. Chiunque s'accanisca sadicamente contro l'ostaggio incatenato e imbavagliato che la gang gli consegna, così garantito d'impunità, e senza rischi di reazione, può chiamarsi come vuole, ma non è che una comparsa. Insistendo nell' ipotesi, se e quando tale evento si verificasse, l'autore potrebbe pure essere - chessò - un professore, ma tale comportamento mi parrebbe umanamente come quello di un povero bischero, politicamente come un epifenomeno di corte e di cortile.

Importa, invece, che questa campagna de "Il Corriere della Sera" avvenga sotto diverse Direzioni, prova che si tratta di una politica editoriale, cioè in primo luogo degli editori. Visto chi sono costoro, e quanto surricordato, ci troviamo forse dinanzi ad un personaggio classico: quello dell'eautontimorumenos, del punitor di se stesso. O che altro?

E inutile anche semplicemente tentare di rispondere puntualmente all'articolo. Nelle sole prime 15 righe gli insulti sono mezza dozzina, e lo spazio complessivo è di 15 volte quelle righe.

Grazie a quanto qui sopra già scritto può bastare precisare che la "nuova dissennata sventagliata di 45 referendum" non è altro che la forma di quesiti referendari dati ai "cahiers de doléances", ai quaderni di doglianze, a puntuali obiettivi di riforme politiche e legislative che combattiamo anche con iniziative politiche, legislative, nonviolente, e che mettiamo così a disposizione di chi voglia, fornendo alla "società civile" il know-how radicale per manifestarsi, difendersi, e realizzare almeno in parte quella Rivoluzione liberale che il nuovo "Terzo Stato" può oggi aspirare a realizzare. Quanto al "clamoroso fallimento" non so bene a cosa ci si riferisca: se all'opera del plotone di esecuzione della Corte Costituzionale sui 30 referendum nostri e delle Regioni, o se all'80 per cento di "sì", e poco meno, riportati dai nostri referendum il 15 giugno anche, se secondo il Garante della privacy e i cacciatori della val trompia e delle industrie delle armi, gli astenuti, in presenza di "quorum" e di ferie es

tive comandate, vanno arruolati fra i votanti "no". In ogni caso un "grande" giornale non spende tanto spazio per assassinare dei morti o dei perdenti, non perde le staffe, e non fa cavalcate da razzia, per fare incursioni nel nulla. Questo regime è anche una etnia, una cultura. Ha sete di morte, non più solo ideale.

La scienza, la medicina, i cronisti ci insegnano che con il piombo dei giornali si mette a morte anche fisicamente, non solo l'immagine ma anche l'identità, con il concorso dell'ordine giudiziario, ma anche le persone."

Roma, 15 marzo 1998

Marco Pannella

 
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