Ancora poche settimane per la campagna referendaria di liberalizzazione del mercato del lavoroRoma, 21 marzo 1998
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova:
"L'incapacità dell'economia italiana nella creazione di posti di lavoro ha molte cause: la principale è rappresentata dallo strapotere del sindacato. Da vent'anni la 'trimurti' parastatale, imbottita dei miliardi delle trattenute automatiche, conduce una politica illiberale, contro il mercato, le imprese e il lavoro.
Una normativa del mercato del lavoro ottusamente rigida è uniforme sul territorio nazionale; il veto a qualsiasi rimodulazione della spesa sociale che non penalizzi, come accade oggi, gli esclusi a favore dei pensionati (quinta colonna, ormai, del potere politico ed economico dei sindacati); il tabù dei licenziamenti e i posti di lavoro fittizi al sud: queste sono le condizioni in cui con la decisiva responsabilità del sindacato è maturato il disastro occupazionale italiano.
Ancora oggi, e nonostante ciò, associazioni che vivono prepotentemente fuori dalla prescrizione costituzionale della registrazione (art. 39), con bilanci clandestini, vogliono imporre al paese la propria politica conservatrice, miope e suicida.
Per favorire l'occupazione occorre una battaglia di liberazione dell'impresa e del lavoro che potrà essere adottata solo per via referendaria contando sull'appoggio sia dei sette milioni di partite iva che di lavoratori, giovani e disoccupati.
Ancora per poche settimane vi sarà la possibilità di far partire la campagna di raccolta firme sui quesiti per la liberalizzazione del mercato del lavoro (part-time, tempo determinato, lavoro a domicilio, art. 18 Statuto dei lavoratori) che abbiamo depositato in Cassazione.
Attendiamo che i riformatori, per convinzione o interesse, abbiano la coerenza e il coraggio di garantirci il loro appoggio."