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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 23 marzo 1998
Per che cosa?

Forse all'interno, grossomodo, dell'area, sarebbe il caso di iniziare a non parlarsi piu' troppo

per slogan, per frasi da volantino, per luoghi comuni radicalpannelliani

di vecchissima o nuovissima data.

Il contenuto politico dell'area stessa e' rilevante, insostituibile, non

ci si puo' permettere di sprecarlo del tutto. Se Pannella intende porsi alla guida di un

partito, di un nuovo soggetto, di un movimento, e sceglie l'immagine degli 800 che

lo "invitano", la "cosa" nascera', credo. Perche' uno "zoccolo duro" di pannelliani che

verranno (500 od 800, che e' lo stesso), raccolti intorno alla persona ed alle sue idee, c'e', e non manca della voglia

di "fare qualcosa", di fare tante cose, di continuare le battaglie di sempre in questo accidente

di paese. Perche' un soggetto, un nome, ci vuole.

Ma non credo si debba, ne' che si possa, ne' che sia utile, attendere le assemblee e gli interventi

di Pannella per pensare del cosa e del come, sul perche' questo soggetto

dovrebbe nascere.

Un nuovo soggetto per fare cosa, ed eventualmente con chi?

Continuita' con i metodi del passato o ricerca di nuovi metodi di lotta, visti i tempi, nuovi tutto sommato?

I digiuni hanno ancora senso, hanno ancora un interlocutore? Quei referendum,

si "devono" fare perche' ormai non si puo' dire di no, oppure sono ancora

l'unica strada percorribile nonostante i segni di Pietro?

Quale deve essere la condizione minima per una battaglia referendiaria comune?

Per il futuro, solito linguaggio o magari una comunicazione totalmente diversa?

Tentativi di lotte trasversali indipendenti dai partiti o la ricerca

(difficile) di lotte comuni ed alleanze con certi partiti, associazioni, movimenti, e contro altri, esplicitamente?

Come prima, messaggi (per strada, sui giornali, per radio) comunque mescolati e diluiti, fra PR transnazionale

e soggetto italiano, fra Tibet e legge elettorale, fra canne e CSM, fra

esperanto e smilitarizzazione della guardia di finanza, fra

urgenze del momento e iniziative di sempre; o una presenza piu' chiara, netta,

individuabile, sulla battaglia di quel momento, un messaggio semplificato

e comprensibile, senza nobilta' vere ma cervellotiche, senza quelle che

all'esterno, anche indipendentemente dalla stampa indecente, non possono che

apparire come incomprensibili contraddizioni?

Magari qualcuno ha le idee piu' chiare di me e inizia. Giuro che alcuni dei dubbi di

cui sopra li ho sentiti esprimere anche da persone dal ruolo, nell'area, non marginale.

Piu' utile, anche a Pannella, cominciare a riflettere, a dire, invece

che tirare fuori, solo DOPO (succede, oh se succede), chiacchierando, che Pannella avrebbe dovuto... che ovviamente sarebbe

stato meglio se avesse fatto...che l'errore evidente e' stato...

Denghiu.

 
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