Roma, 26 marzo 1998
"'Un Congresso delle opposizioni e degli oppositori liberali' - leggera variazione della felice proposta di Antonio Martino - potrebbe coinvolgere non pochi democratici di storia radicale. "Opposizioni liberali", forze - cioè - che si oppongano alle forze ed alle strategie illiberali (quando anche non apertamente antiliberali) dovunque si manifestino, in quale area che sia, di maggioranza o di minoranza, nel sociale e nell'economico non meno che nel politico, devono infatti urgentemente coordinarsi, manifestarsi.
Un "Partito del Congresso" può costituirsi e esser fortissimo nel paese, alla sola condizione di rilanciare un'alternativa radicalmente riformatrice liberale. Solamente a grandi ambizioni e grandi idee e proposte possono corrispondere grandi schieramenti sociali e politici, nuove unità vincenti. Insomma proprio all'opposto di quanto si è tentato e si tenta con il metodo e la realtà della Bicamerale, con il gioco politico piuttosto infame che fa oggi di Mediaset la punta di diamante della disinformazione antiliberale, oltre che lo strumento di rendite favolose e di svendite di opposto segno, che azzerano il patrimonio liberale che fu rappresentato da un decennio FININVEST."