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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Paolo - 27 marzo 1998
RADIO RADICALE RESOCONTO SEDUTA 8 COMMISSIONE SENATO
LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a) Mercoledì 25 marzo 1998 175 Seduta

Presidenza del Presidente PETRUCCIOLI

Intervengono i Sottosegretari di Stato per le comunicazioni Lauria e per i trasporti e la navigazione Soriero.

La seduta inizia alle ore 15.20

SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che il senatore Baldini ha chiesto, ai sensi dell'articolo 33, comma 5, del Regolamento, l'attivazione dell'impianto audiovisivo in relazione alla discussione in sede deliberante dei disegni di legge nn. 3053 e 3075. Pertanto, limitatamente alla trattazione dei predetti provvedimenti, sarà assicurata la pubblicità dei lavori.

La Commissione prende atto.

IN SEDE DELIBERANTE

(3053) Remunerazione dei costi relativi alla trasmissione radiofonica dei lavori parlamentari effettuata dal Centro di produzione S.p.a.

(3075) CASTELLI - Nuove norme in ordine alla trasmissione radiofonica dei lavori parlamentari (Seguito della discussione congiunta e rinvio)

Riprende la discussione generale congiunta, sospesa nella seduta pomeridiana di ieri.

Interviene il senatore BALDINI che sottolinea anzitutto la necessità di rivedere l'impianto del disegno di legge d'iniziativa governativa anche perché la questione della trasmissione radiofonica delle sedute del Parlamento ha ormai assunto dimensioni assai complesse. Innanzitutto si è verificata una duplicazione inutile del servizio in questione mediante l'istituzione del GR Parlamento che impegna in modo discutibile i finanziamenti derivanti dal canone e nulla aggiunge al servizio, egregio, svolto da Radio Radicale. Esprime quindi forti perplessità sui criteri secondo i quali si dovrebbe svolgere la gara prevista dal disegno di legge in quanto la concessionaria pubblica può partecipare con mezzi assai più consistenti degli altri possibili concorrenti. Il rischio di una gara inutile perché predeterminata è quindi assai forte. D'altra parte non sono affatto condivisibili le interpretazioni dell'articolo 24 della legge n.223 del 1990 che vorrebbero far discendere da questa norma l'obbligo della concessionaria

pubblica di effettuare la trasmissione dei lavori parlamentari; una lettura attenta di questo articolo mostra infatti che quella concessa alla RAI é una mera facoltà. Nell'ottica di una revisione generale di questa materia è peraltro auspicabile un'abrogazione dell'articolo 24 in questione che soprattutto in vista della gara non ha più alcuna ragione di vigenza nell'ordinamento. Allo stato attuale non esiste poi nessuna esigenza di duplicare il servizio già svolto dal Centro di produzione S.p.a. se non quello di uno spreco delle risorse pubbliche, né può essere giudicato positivamente il fatto che la concessionaria pubblica continui ad investire su una rete dedicata ai lavori parlamentari dal momento che l'obiettivo svolgimento di una gara connotata da criteri di trasparenza dovrebbe imporre la sospensione di tali investimenti (che potrebbero rivelarsi inutili). Incidentalmente, la sua parte politica riterrebbe opportuno avere qualche ulteriore informazione sia sulle risorse necessarie all'acquisizione di nu

ove frequenze radiofoniche da parte della RAI sia sul tipo di trattativa che l'Azienda sta conducendo. La sua parte politica esprime quindi l'auspicio che il Parlamento arrivi alla soppressione dell'articolo 24 della legge n. 223 e quindi implicitamente dell'articolo 14 del contratto di servizio e al rinnovo triennale della concessione al Centro di produzione S.p.a., affinché sul piano legislativo sia trovata la soluzione più efficace per risolvere il problema della trasmissione dei lavori parlamentari. Nel frattempo sarebbe auspicabile una sospensione delle trasmissioni da parte della rete radiofonica RAI, date le scarse doti di imparzialità e le grandi abilità manipolative della concessionaria pubblica nel trattare la materia politica.

Prende quindi la parola il senatore FALOMI il quale sottolinea come tutta la vicenda delle trasmissioni radiofoniche dei lavori parlamentari effettuate da Radio radicale comporti la confusione di due diversi piani. Da un lato infatti vi è la questione politica dell'esistenza di un movimento di cui Radio radicale è parte integrante e che infatti è organo politico della lista Pannella; dall'altro vi è la questione della trasmissione dei lavori parlamentari che rappresenta un problema diverso. Questa confusione trae origine da un lato dai demeriti della RAI che non ha adempiuto agli obblighi previsti dall'articolo 24 della legge n. 223 del 1990 per otto anni consecutivi e dall'altro dal merito che va riconosciuto a Marco Pannella di aver creato, attraverso il contenitore di Radio radicale, un servizio che certamente ha contribuito a creare nei cittadini consapevolezza dell'importanza dei lavori parlamentari. Tuttavia questo merito non può essere invocato per continuare a confondere i due piani del problema. Il

fatto che Radio radicale abbia svolto, anche in modo egregio, questo servizio non può diventare l'unico criterio di scelta da adottare per definire il problema, anche perché ciò sarebbe in contrasto con un generale principio di libera concorrenza oltre che con la normativa italiana e comunitaria in materia di appalti di servizi pubblici. Il problema politico dell'esistenza del movimento politico dei club Pannella deve necessariamente essere affrontato ed è avvertito con chiarezza. E' infatti necessario preoccuparsi della presenza di una serie di segnali tutt'altro che positivi circa il dibattito politico che certamente in molte occasioni viene limitato nelle trasmissioni della concessionaria pubblica. Per esempio non si è trovato modo di fare un dibattito sulle reti televisive RAI sul finanziamento pubblico dei partiti nonostante gli auspici espressi dalla Commissione di vigilanza. E il fatto che ciò non sia accaduto, unitamente ad altre vicende dello stesso tipo, non può lasciare tranquilli. Tuttavia ciò no

n può rappresentare il motivo per abbracciare interamente le tesi di Radio radicale sulla trasmissione dei servizi parlamentari. Vi sono infatti altri strumenti per battersi a favore dell'ampiezza e libertà di informazione che non attengono al problema all'esame della Commissione. D'altra parte non ritiene neanche che vi sia un complotto preordinato per mettere a tacere Radio radicale perché troppi soggetti dovrebbero prendervi parte. Il problema semmai è piuttosto quello della cosiddetta "notiziabilità" di alcune informazioni - termine questo mutuato dalla sociologia americana riguardante il settore delle comunicazioni - nel senso che esiste un largo schieramento nelle reti di comunicazione radiotelevisiva che ritiene che alcuni temi non facciano notizia. Ovviamente, con ciò si vuole dare una spiegazione del fenomeno e non una sua giustificazione politica. E' anzi proprio questo il fenomeno preoccupante e non accettabile. Proprio in un sistema bipolare e maggioritario come quello che si va sviluppando in It

alia infatti è necessario che vi sia garanzia del più ampio dibattito politico su tutti i temi di valenza generale anche se a sollevare questi temi sono alcune minoranze che si distaccano nettamente dal coro della politica, come il movimento politico della lista Pannella. Il problema quindi è di individuare gli strumenti per contrastare questa tendenza ma certo non può essere il modo di trasmissione dei lavori parlamentari a darvi soluzione. Molto più opportuno in questi casi è il ricorso al Garante per le telecomunicazioni o il mantenimento del finanziamento agli organi di partito come nel caso, per esempio, di Radio radicale. Passando invece alla questione di merito, sottolinea come il disegno di legge n. 3053 introduca una novità assai rilevante rispetto a quanto stabilito dall'articolo 24, ossia il passaggio ad un sistema di gara per l'affidamento delle trasmissioni dei lavori parlamentari. D'altra parte il Governo, nel presentare il disegno di legge, ha accolto un orientamento generale scaturito dal Par

lamento nella sua globalità, mediante una serie di atti (come ad esempio ordini del giorno), rispondendo alle richieste che da esso partivano. Né sembrano condivisibili i dubbi di costituzionalità sollevati da alcuni in relazione al disegno di legge in quanto la Corte costituzionale ha richiamato costantemente nella sua giurisprudenza i princìpi di pluralismo dell'informazione pubblica nonché sanzionato situazioni volte a creare ingiustificate condizioni di monopolio. Le imprese d'altro lato non possono essere private dei diritti che la Costituzione garantisce loro con l'articolo 41. Va tuttavia chiarito che una cosa sono le trasmissioni radiotelevisive in generale (che anche le direttive comunitarie e le norme interne escludono dal processo di liberalizzazione dei servizi di telecomunicazione) altro è la trasmissione dei lavori parlamentari delle due Camere che non seguono regole di produzione dei network che le trasmettono, ma sono fissi e predeterminati. Quindi se da un lato è giusto invocare l'articolo 2

1 della Costituzione per i servizi radiotelevisivi in generale proprio a garanzia del pluralismo più volte richiamato dalla Corte costituzionale, ed appare del tutto improprio far riferimento in questo caso ad una salvaguardia dei princìpi di concorrenza, questo non è certamente vero per la trasmissione delle sedute del Parlamento in quanto la loro diffusione integrale è il requisito di pluralismo minimo che può essere richiesto e per far ciò lo strumento della gara può sicuramente rivelarsi efficace. L'importante è che la gara sia espletata con la garanzia di pari opportunità per tutti i partecipanti e mediante criteri trasparenti: tutte le modifiche che verranno presentate al disegno di legge e che vadano in questa direzione dovranno pertanto essere attentamente considerate. Altra questione ancora è quella di capire se, allo stato attuale, vi siano le condizioni per una gara con le caratteristiche sopra ricordate. Ma per discutere di ciò è necessario togliere dal dibattito tutti gli argomenti strumentali c

he sono stati messi in campo ed affrontare serenamente alcune questioni di principio come quella del duplice finanziamento di Radio radicale in quanto organo della lista Pannella e in quanto concessionaria per la trasmissione dei lavori parlamentari. E' infatti evidente che le due finalità debbono essere distinte e non far capo allo stesso soggetto. Va infine sottolineato come il limite intrinseco del provvedimento governativo risieda nel fatto che allo stato attuale i partecipanti alla gara potrebbero essere soltanto due. La questione va quindi riconsiderata anche, eventualmente, mediante una modifica dell'articolo 24 e con una riserva di frequenza ai due Presidenti delle Camere per la trasmissione dei lavori parlamentari; in questa ottica non può essere condiviso l'obiettivo di far continuare lo svolgimento di questo servizio a Radio radicale senza null'altro operare.

Il seguito della discussione congiunta è infine rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di piano per la realizzazione degli interporti (n. 224) (Parere al Ministro dei trasporti e della navigazione, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della legge 23 dicembre 1997, n. 454. Seguito e conclusione dell'esame: parere favorevole con osservazioni)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

Dopo una dichiarazione di astensione del senatore LAURO e di voto favorevole del senatore ERROI (il quale peraltro auspica una maggiore attenzione per l'area salentina) viene posto ai voti ed approvato lo schema di parere illustrato nella seduta pomeridiana di ieri dal relatore Vedovato.

CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che la Commissione è convocata domani 26 marzo alle ore 15 in sede deliberante per il seguito della discussione congiunta dei disegni di legge n. 3053 e n. 3075 sulla trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle ore 16,30.

 
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