"E ora lo sciopero della sete"Radio Parlamento, l'ultima sfida di Pannella
LA STAMPA lunedi' 6 aprile 1998 di Guido Tiberga
Queste sono ore di straordinaria lotta e mobilitazione...". Marco Pannella lo aveva annunciato nella serata di sabato, e nella notte e' arrivato una specie di ultimatum: o il governo cambia posizione sulla vicenda delle dirette dal Parlamento, rinnovando la convenzione con Radio Radicale, oppure il movimento autorizzera' i suoi militanti a un ricorso di massa allo sciopero della sete, definito in un comunicato "il punto piu' alto e drammatico dell'alternativa non violenta alla ribellione anche violenta contro violazioni della legalita' e dei diritti umani". La risposta di Palazzo Chigi dovrebbe arrivare oggi.
Allo sciopero della sete, negli ultimi trent'anni, aveva fatto ricorso con regolarita' soltanto Pannella. "Ma ora siamo pronti a farlo in tanti - dice Pannella in una conferenza stampa davanti a Palazzo Chigi, dove i militanti radicali proseguono il loro sit-in di protesta - Chiediamo al governo di accogliere quello che hanno proposto 550 parlamentari: che Radio Parlamento sia di nuovo resa possibile, che venga rinnovata la convenzione con Radio Radicale e che il governo accolga con forma di decreto le richieste. Altrimenti continueremo la lotta non violenta...".
Ieri, intanto, altri due militanti in sciopero della fame hanno dovuto far ricorso alle cure mediche. Mariano Giustino, al ventisettesimo giorno di digiuno, e' stato ricoverato alSan Giacomo per uno scompenso cardiaco. "I medici gli hanno vivamente consigliato di interrompere la protesta - scrive il sito Internet della Lista Pannella - ma Giustino ha deciso di continuare, almeno per un altro giorno". Nel pomeriggio anche Orlando Bertucci, in sciopero della fame da sedici giorni, ha avuto un malore ed e' stato visitato al pronto soccorso dell'ospedale. Sabato Rita Bernardini, una delle prime a smettere di mangiare per protesta, aveva rifiutato un ricovero per tornare al presidio di largo Chigi.
Internet ha avuto un ruolo importante nel reclutamento di militanti e semplici simpatizzanti della causa di Radio Radicale, che da anni trasmette le dirette dalle Camere e la cui esistenza e' minacciata dalla legge che da un lato impone alla Rai di offrire lo stesso servizio e dall'altro lo proibisce alle emittenti di partito, escluse d'ufficio dalla gara per la nuova Radio Parlamento. Molte delle 2709 persone che, alle 17 e 37 di ieri avevano aderito alla protesta, hanno infatti comunicato via e-mail la loro decisione di partecipare al digiuno. Basta compilare un modulo telematico e fare clic per entrare nel lungo elenco, che comprende i piu' noti esponenti radicali ma anche persone comuni: impiegati, professionisti, casalinghe e disoccupati, 18 anni il piu' giovane, 78 il piu' anziano. Alcuni in sciopero "a oltranza", altri per periodi piu' corti, al limite per un solo giorno. A tutti il sito www.riformatori.stm.it, ha fornito le istruzioni per l'uso: "Tre cappuccini al giorno con un cucchiaio di zucchero.
Bere molta acqua per evitare la disidratazione".
Di qui la drammaticita' della "minaccia" che Marco Pannella ed Emma Bonino hanno ribadito ieri. "In condizioni di buona salute - spiega un comunicato della Lista Pannella - pochissimi sono i giorni di sciopero della sete sopportati e sopportabili dal corpo umano. Per questo, e i suoi pericoli immediati in caso di non buone condizioni di salute, il movimento radicale ha sempre guardato con grande prudenza e vegliato perche' non fosse praticato che in casi estremi". La via d'uscita, l'unica per Pannella, e' che il governo accolga oggi la soluzione suggerita da un gruppo di autorevoli senatori a vita (Cossiga, Leone, Agnelli, Bo, Taviani e Valiani, che hanno presentato all'ottava Commissione del Senato una proposta di legge bastata sul "pieno rinnovo della convenzione con Radio Radicale, sull'abrogazione dell'articolo 24 della legge Mammi' nella parte relativa a Radio Parlamento e dell'articolo 14 del ''contratto di servizio''". Per evitare lo sciopero della sete, la proposta - sostenuta ieri dal portavoce dei
Verdi Luigi Manconi - dovrebbe essere tramutata in decreto. Ma gli stessi radicali sono pessimisti: "La responsabilita' di quanto sta per accadere - conclude la nota della Lista Pannella - e' in primo luogo del presidente del Consiglio, nel bene o nel male, restaurando legalita' e coerenza di impegni o rifiutando di farlo, com'e' ormai non solo suo dovere, ma anche suo obbligo. Lo strumento gli e' offerto non da noi, ma ci e' offerto - all'una e all'altra parte - dai presentatori della suddetta proposta legislativa, senza precedenti per autorita' di gruppo e di prestigio".