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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 8 aprile 1998
E' TORNATO MASANIELLO
IL SENATORE MINARDO: DATE AL SUD I 110 MILIARDI PER I PARTITI

DA LA STAMPA 8.04.98 DI FILIPPO CECCARELLI

ROMA

Piccola, ma significativa battuta d'arresto, e comunque percorso meno facile del previsto per la nuova legge che assicura 110 miliardi di finanziamento pubblico ai partiti.

Con molta probabilita' verra' approvata oggi, al Senato, sotto le luci di una diretta televisiva che molti davano per scontata nella seduta pomeridiana di ieri.

Respinti emendamenti che avrebbero fatto saltare tutto l'impianto, dopo i rilievi tecnici con cui due settimane fa il Quirinale ha rinviato alle Camere la normativa, la Commissione Finanze ha approvato il nuovo testo. Intanto e' cominciata la discussione nell'aula di Palazzo Madama. Ma proprio qui, come in una specie di crudele contrappasso legislativo, si e' potuto vedere in che modo la zuffa tra due voraci partitini stia oggettivamente ostacolando il cammino di un provvedimento che in teoria dovrebbe rendere i partitini meno voraci.

In concreto, il provvedimento e' andato ieri a inciampare nel conflitto fratricida che da settimane vede contrapposti i senatori del Ccd (Casini) e quelli della neonata Udr-Cdr (Mastella) per vili questioni, guarda caso, di quattrini pubblici. Tagliati fuori dai miliardoni, che a rigor di legge non gli spettano, ai mastelliani non e' rimasto che mettersi di traverso: crolli il finanziamento con tutti i filistei.

Gli eroi di questa provvisoria resistenza anti-partitocratica del Cdr-Udr sono due. Il regista politico, ieri indaffarato e corteggiatissimo nel salone Garibaldi, e' il senatore Napoli, che ha ideato "un missile a due stadi".

Il primo e' un emendamento che corregge la legge nel senso che assegna i quattrini anche a loro - togliendoli agli ex fratelli del Ccd. Questi ultimi, secondo Napoli, al momento addirittura passibili di "appropriazione indebita", e forse anche di "illecito arricchimento". Il secondo stadio e' invece in mano al secondo protagonista, il senatore ragusano Minardo che di per se' appare comunque gia' in orbita, avendo proposto di destinare i 110 miliardoni dei partiti "all'occupazione giovanile nel Mezzogiorno d'Italia e in particolare della Sicilia". O almeno, ha detto in aula che la legge e' "un misfatto", "un meccanismo quasi da raggiro", "un'operazione che offende la dignita' del popolo italiano e dovrebbe mortificare noi che lo rappresentiamo".

Subito gli ha risposto, dandogli del "Masaniello", il ccd Brienza. In precedenza un altro ccd, Biasco, era stato piu' diplomatico, ma altrettanto intransigente contro le pretese miliardarie dei mastellati. Dopo la contesa sulla sede, dunque, presidiata dai blindati della Ps, e dopo la tenzone sul marchio della Vela, di cui parla anche Moretti in Aprile , marchio amichevolmente e gratuitamente disegnato da Giugiaro (che comunque ci tiene a far sapere che "nessuno mi ha mai neppure ringraziato"), insomma, lo scontro fra Casini e Mastella finisce per rallentare l'agognato finanziamento pubblico.

E sembrerebbe la piu' degna prosecuzione di una vicenda parlamentare che con difficolta' si puo' additare come modello di nobilta' della politica. In ogni caso altri in aula hanno trattato della legge con maggiore disinteresse di gruppo. Diligente nelle motivazioni a favore il relatore Bonavita; risoluto nella sua contrarieta' Franco Debenedetti (pure della sinistra democratica); apocalitticamente consenziente il popolare Lavagnini, cui si deve l'immagine secondo cui "il clima di immanente scandalismo contro i partiti e' una pistola puntata alla tempia della democrazia". Il che e' suonato eccessivo anche alle orecchie allenatissime del senatore padano Speroni che pareva molto agitato. Seppur anche lui favorevole.

 
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