io da ragazzo non sapevo di cifre, di numeri di morti ammazzati per motivi
"politici" in questo o quel paese.
Ma ero convinto, anche se non radicale (mi interessavo di politica, ero anche
debitamente antifascista, mi "sentivo" liberale e il vecchio Montanelli - tanto disprezzato per quel fatto di turarsi il
naso - mi insegnava parecchio), che un sistema politico-economico, pur nato
da esigenze di liberta' (e' necessario ripeterlo, non negarlo), che si basa su
"regole" incompatibili con l'essere umano, non puo' che essere imposto con la forza;
non puo' che annullare le liberta'; non puo' che opprimere ed uccidere esseri
umani, il numero dei cadaveri poi e' quello che e'.
Ero convinto che l'abbinamento costantemente riproposto come naturale, fra
democrazia e comunismo, fosse una menzogna clamorosa.
Non ero radicale (chissa' se lo sono oggi) ma ne ero convinto. Lo si poteva
dire solo fra amici, altrimenti dirlo significava rischiare di essere messo
"sotto processo", a scuola o altrove, come fascista o nemico dei lavoratori o di chi sa che.
Oggi ritrovo alcune persone cui "non si poteva dire" che mi danno lezioni di
democrazia liberale, che vanno a fare ricche vacanze in America, come se nulla fosse stato,
hanno ragione oggi e, miracolo, avevano ragione anche allora.
Mentre altri continuano, anche loro come se nulla fosse stato, ad esaltare miti
di morte.
Percio', quando l'altro pomeriggio il dissidente cinese ha parlato di 100
milioni di morti in Cina, non sono saltato per aria. Chi sa se la stima e' corretta,
se sono 50 o 100 milioni, la cosa e' determinante? Sono tantissimi morti perche'
quel sistema puo' esistere solo in quel modo.
La democrazia avanza, il mondo migliora, io credo, nonostante l'occidente-guida
sia pieno di persone che se ne fottono del mondo e del
comunismo e della democrazia e della liberta', e la politica fatichi ad
essere viva; nonostante sia pieno di manichini gonfi di soldi disposti a sgolarsi per una Baraldini mentre srotolano il tappeto
rosso per i Castro (ma quanti interlocutori indulgenti aveva il primo Hitler fra i veri democratici
europei?).
Mi pare si debba porre attenzione a non cadere nella "trappola" delle graduatorie, a non dire che il comunismo e'
stato "peggiore del nazismo", la storia non merita simili affermazioni, pur
comprensibili se si contano gli anni di miserie ed i cadaveri.
Il nazismo uccise in pochi anni molti milioni di uomini perche' teorizzava in partenza la superiorita' di una razza,
di un popolo, e' un'altra cosa, i comunismi sono nati in altro modo; non e' possibile fare queste graduatorie contando i morti.
Solo la democrazia e' alternativa alla strage.
D'altra parte (non c'entra, solo per esempio), durante la leggendaria maratona oratoria sentivo autorevoli e scatenati
personaggi affermare che il regime italiano di oggi e' "peggio del fascismo".
Quegli autorevoli personaggi copiavano malamente Pannella, il quale ripete spesso,
e credo impeccabilmente, che il fascismo rispettava la propria legalita':
un'altra cosa.