L'ASSESSORA E LA MCCARTNEYCORRIERE DELLA SERA, mercoledi' 22 aprile 1998
di GIULIANO ZINCONE
Giovedi' 30 aprile, giorno di astinenza e di meditazione: la carne sara' bandita dalle mense scolastiche romane. Lo ha deciso Fiorella Farinelli, assessora alle Politiche educative. Ottima idea: una piccola dieta puo' essere (appunto) educativa e persino salutare. Un po' curiosa e' l'origine della trovata con la quale l'assessora intende onorare l'impegno animalista di Linda McCartney, moglie di Paul antico Beatle. Lady Linda riteneva, tra l'altro, che le abitudini vegetariane combattessero il cancro. Ma, purtroppo, questa malattia l'ha uccisa.
E' comprensibile che una amministratrice ricordi i Beatles (disciolti nel 1970) e che ammiri le loro consorti, condividendone "il coraggio e le idee". Ma non si capisce perche' mai queste private simpatie debbano influire sulla pubblica alimentazione dei bimbi romani. Che cosa accadrebbe, se diventasse sindaco un fan di Elvis Presley, morto per overdose di salsicce? E quali turbolenze agiterebbero i ministeri, se Walter Veltroni spingesse all'estremo la propria sintonia con le vocazioni di Bill Clinton?
Il problema, ovviamente, e' politico. Con il piccolo digiuno scolastico, l'assessora Farinelli intende inculcare i valori animalisti a "insegnanti e studenti" della capitale. Cio' e' lodevole, ma un po' maternalistico. Il rispetto per ogni essere vivente e' fuori discussione, ci mancherebbe altro. Ma, all'interno di questa ragionevole mansuetudine, non mi sembra giusto che la scuola pubblica rinunci a coltivare il famoso "senso critico" e imponga ai discepoli (tra l'altro) un animalismo indifferenziato e obbligatorio. In questo campo, come in tutti gli altri, le scelte individuali dovrebbero essere rispettate e promosse.
Qualche bimbo romano, per esempio, ha gia' le sue inclinazioni. Certi animali (come i conigli) li ama sia crudi che cotti. Altri (come i pappagalli) li preferisce crudi. Il proverbiale sco'rfano, invece, e' gradito in pentola e non altrove. Lo scarafaggio, poi, non piace crudo, non piace cotto e (secondo la vox populi) e' bello soltanto per la sua mamma. Alcuni esseri non umani (condannati come parassiti o flagelli di Dio dalla propaganda antropocentrica) vengono considerati dannosi ed eliminati. Ad altri e' imprudente avvicinarsi, a meno che qualche criminale non li abbia gia' trasformati in borsette. C'e', infine, una classifica di affetti e di consuetudini, che scava distanze tra i pesci e i volatili, tra i domestici e i selvatici, tra i quadrupedi e gli invertebrati. Perfino un poeta ridotto (purtroppo) alla tenerezza scolastica disegna gerarchie inesorabili quando ci invita a piangere per una rondine uccisa.
La quale (particolare pietoso) "teneva nel becco un insetto", che non merita alcuna pieta': era soltanto la "cena" per i rondinini. Ma perche' la rondine fa pena e l'insetto no? Giovanni Pascoli (e' lui, il poeta) non puo' e non deve spiegarcelo. Ma nelle scuole, forse, si puo' parlare anche di questo: delle differenze, delle scelte, delle inclinazioni, del confronto tra culture e prospettive diverse.
L'assessora Farinelli prescrive ai bimbi romani un rito (un modesto digiuno) in onore di una privata nostalgia, di un amore politico che appartiene a lei, e che lei ritiene giusto per tutti. No, purtroppo (o per fortuna) i giudizi sull'animalismo, sui Beatles, e su ogni altro argomento, non sono uguali per tutti. Molti pretendono che la scuola pubblica distribuisca totalitarie certezze, e che si occupi di ogni cosa, dalla guida dei motorini all'uso dei preservativi. Noi vorremmo che i bambini imparassero ad affrontare le complicazioni della vita, e a distinguere (di volta in volta) un gatto da una cimice: anche in classe, anche nel lavoro, anche nello spettacolo della politica.