Rispondo ad Antonio Grippo e Fabio Grassi (l'intervento di Fabio è in conf. "Il fatto del giorno")
Caro Antonio,
sulla tua risposta, tranne un passaggio, mi trovo perfettamente d'accordo. Devo però dirti che con il mio intervento ho cercato di porre un problema diverso, che sono sicuro comunque tu condividi.
Innanzitutto quel passaggio sul quale non sono d'accordo.
Tu dici: "...un sistema-politico, pur nato da esigenze di libertà (è necessario ripeterlo, non negarlo), che si basa su regole incompatibili con l'essere umano, non può che essere imposto con la forza..."
A me sembra che in questa affermazione vi sia una contraddizione. Un equivoco.
Ho l'impressione che questa tua frase evochi in un modo o nell'altro il Grande Equivoco, la Grande Illusione di tutti i comunisti e i postcomunisti, quella per cui comunque il "comunismo nasce da esigenze di libertà", "il comunismo comunque è stato ed è un'idea generosa", tradita poi da chi la ha attuata.
Visto che tu non sei né comunista né postcomunista, non mi permetterei mai di attribuirti un pensiero del genere.
Mi coglie però un dubbio: o io ho frainteso il senso della tua frase oppure anche tu sei "caduto" in quell'equivoco secondo cui il comunismo è divenuto un mostro solo quando è stato attuato con "regole" incompatibili con l'essere umano.
Secondo me qualunque sistema che in concreto si basi su "regole" incompatibili con l'essere umano, ossia su "regole" che negano la libertà individuale, per la sua stessa essenza, non può nascere da esigenze di libertà.
Probabilmente quando si parla di esigenze di libertà ci si riferisce alla buona fede di chi professa quella idea. Su questo ci sto.
Infatti i comunisti erano in perfetta buona fede. Essi volevano liberare l'uomo dal bisogno, volevano rendere l'uomo più libero, erigere una società buona e giusta, una società perfetta, o il più perfetta possibile. Ed è quello che ancora vogliono.
Ma i nazisti? Non volevano forse la stessa cosa? Non erano forse anche loro in buona fede? Non volevano erigere la società perfetta.
Per gli uni però la società buona era quella senza borghesi, per gli altri era quella senza ebrei.
Dunque: o si ammette che anche il nazismo era in fondo una generosa utopia, una buona utopia, oppure si deve avere il coraggio di affermare che il comunismo, al pari del nazismo, era ed è un'idea aberrante (almeno per me liberale). Aberrante perché rappresenta, al pari di ogni integralismo, una "scorciatoia" della storia, una via per giungere alla Società ideale, alla Repubblica di Platone, alla Città del sole, ad Utopia. Questa scorciatoia da sempre alletta l'uomo, non è una novità. Il comunismo o il fascismo o il nazismo non sono altro che il frutto di un albero che affonda le sue radici nella notte dei tempi, e se qualche cultura ne è rimasta sostanzialmente fuori, questa è la cultura anglosassone, non certo quella europea.
Ma come ti dicevo il mio intervento voleva porre l'accento su un altro punto.
Anche per me non è questione di numeri di morti. La questione è ben altra (quindi figuriamoci di quale importanza visto che quei morti sono milioni!).
Io mi son posto delle domande:
Perché fino ad oggi si è solo e unicamente parlato dei morti causati dal fascismo e dal nazismo?
Perché tutti hanno sempre discusso dell'immane tragedia dell'Olocausto e mai nessuno (tranne pochissimi) degli ebrei uccisi da Stalin?
Perché il Nazismo è nato cattivo ed è morto cattivo mentre il comunismo è nato per essere buono ed ha finito per essere cattivo?
Perché non si è mai parlato dei crimini del comunismo?
Perché se ne comincia a parlare solo ora, dopo 70 anni?
Perché se ne parla su una conferenza di poche persone e non se ne parla sui giornali o in televisione?
Perché oggi Hue (il comunista francese) è buono e Le Pen è cattivo?
Perché Bertinotti può parlare e Pino Rauti no?
Perché il morto per mano degli Usa o di Israele ha diritto di essere conosciuto e i morti per mano della Cina o di Cuba no?
Caro Antonio, nemmeno io sono saltato sulla sedia quando ho sentito "cento milioni di morti". Sono saltato sulla sedia perché per la prima volta ho compreso fino in fondo quale immane responsabilità portano sulle proprie coscienza tutti i post i neo e gli ex comunisti europei e italiani specialmente. La responsabilità di essere stati sempre loro a scrivere i libri di storia su cui ho studiato, e di essere ancora loro a scrivere sui giornali che leggo (quegli stessi giornali che stanno lentamente assassinando la nostra immagine e la nostra vita).
Sono certo che non me vorrai se ho usato toni così accorati nel risponderti. Sono certo infatti che la tua risposta a quelle domande è come la mia.
Caro Fabio,
credo di avere risposto in qualche modo anche al tuo intervento.
Spero che tu sia d'accordo con me almeno su un punto:
è vergognoso che di questo argomento se ne parli ancora così poco.
Nessuno dei due ha commentato però la proposta per la Radio.
Che ne dite? La avanziamo a più voci.