Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, Lista Pannella
Roma, 24 aprile 1998
"Cheli ha ragione: la rai va privatizzata. Primo perché un referendum popolare stravinto dai Sì lo ha chiesto, anche se formalmente ne creava solamente le condizioni giuridiche. Secondo perché ormai non vi è più alcuna ragione, se mai vi è stata, perché lo Stato faccia l'imprenditore in un settore maturo come quello radiotelevisivo, restringendo così gli spazi di mercato e di concorrenza. Terzo perché la Rai/Tv di Stato costa ai contribuenti italiani l'equivalente di una eurotassa ogni due anni, mentre l'esperienza Mediaset dimostra che una azienda televisiva privata "rende" all'erario centinaia di miliardi in imposte ogni anno. Quanto al presunto "interesse generale" che l'azienda di Stato dovrebbe assicurare, più dei privati, nell'informazione è bene stendere un velo pietoso.
Certo per i vari Bellucci che abitano in TV a dispetto della rilevanza e dell'audience sarebbe una perdita secca, ma ci pare un sacrificio che gli italiani sono disposti a sopportare pur di risparmiare 2.500 miliardi di tasse o di vederle investite in altro modo.
Su una cosa, però, dissentiamo da Cheli: l'azionariato diffuso. Il mito tutto italiano della pubblic company dove "non comanda nessuno" è miseramente fallito in tutte le privatizzazioni - vedi Telecom - e fallirebbe anche questa volta, consegnando il controllo dell'azienda a qualche potente a poco prezzo. La Rai va ceduta, quindi, ma lasciando al mercato il compito di allocarne nel modo più efficiente la proprietà".