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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 27 aprile 1998
RADIO RADICALE: RIPRENDE SCIOPERO DELLA FAME, ADERISCONO IN 1.812

Roma, 27 aprile 1998

E iniziato dalla mezzanotte di ieri, domenica 26 aprile, lo sciopero della fame di 1.812 cittadini - tra cui due parlamentari di Forza Italia, Gianni Pilo e Giulio Terracini - perché sia assicurata nelle prossime ore e giorni la conclusione positiva della vicenda di Radio Radicale - Radio Parlamento e per ristabilire legalità nell'informazione italiana.

Oltre 3.000 persone avevano aderito al precedente digiuno sospeso anche a seguito del parziale adempimento degli impegni assunti dal Governo con l'approvazione del disegno di legge da parte del Senato. Alcune decine tra coloro che hanno scelto questa forma di iniziativa nonviolenta si sono dette pronte a passare allo sciopero della sete se le condizioni politiche e legislative lo richiedessero.

"Marco Pannella, Massimo Bordin, Sergio Stanzani, assieme a migliaia di cittadini, sono letteralmente costretti - afferma Rita Bernardini, dirigente della Lista Pannella - a riprendere uno strumento di lotta e di manifestazione dopo che tutti gli impegni, anche i più solenni, sono stati disattesi. E sempre più chiaro che ci sia chi intenda arrivare all'azzeramento completo del movimento Radicale e che la voce libera di Radio Radicale costituisca l'ultimo fastidio da eliminare per perfezionare il disegno di regime che non può tollerare l'azione quotidiana di una forza autenticamente liberale e libertaria.

Dopo l'incontro tra il vice Presidente del Consiglio Veltroni, il Ministro Maccanico da un lato ed Emma Bonino e Marco Pannella dall'altro, un comunicato di Palazzo Chigi informava che dal Presidente della Repubblica al capo del Governo, al Presidente del Senato Mancino, al Presidente della Camera Violante, tutti avevano assicurato il loro impegno affinché l'iter legislativo del disegno di legge del Governo venisse concluso in tempi rapidi e certi.

A 19 giorni dall'approvazione del provvedimento al Senato, seppur per molti aspetti assolutamente criticabile, il DDL non è stato ancora assegnato in sede legislativa alla competente Commissione. La scelta della sede referente in Commissione Cultura equivale a una richiesta di porre definitivamente fine all'esperienza di Radio Radicale, che continua, con costi ormai divenuti insostenibili, a contrarre debiti con gli istituti di credito per assicurare un servizio che dal 21 novembre - data di scadenza della Convenzione - non conosce più alcun corrispettivo economico."

 
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