Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 14 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 29 aprile 1998
Parole et elorap
liberale liberista liberalsocialista socialdemocratico comunista socialista fascista laburista democratico, cioe', in una sola parola, mandrakista.

Forse qualcuno riesce ad individuare un significato preciso in queste definizioni di ideologia e prassi politica? Si', se fa riferimento a libri, testi a lui piu' o meno cari. No, se fa riferimento alla storia, perche' quest'ultima e' morta. E per degli atei militanti la morte e' fine, non passaggio.

Le parole hanno un significato per l'uso che se ne fa, non per la loro etimologia.

Forse Engels e Marx, quando scrissero il manifesto del partito comunista, pensavano a Pol Pot, a Stalin, a Mao, a Kruscev? O Proudhon, quando scriveva "Si è realizzato solo una democrazia compatta apparentemente fondata sulla dittatura delle masse, ma nel cui ambito le masse godono del solo potere necessario ad assicurare una schiavitù generalizzata" pensava a Bettino Craxi? O Bakunin in "Dio e lo Stato" ipotizzava nipotini come i ragazzi dei centri sociali? O Kropotkin nelle sue pippe sulla "Letteratura Russa" era il preambolo di Solgenitzin? E tutti, padri e presunti figli, usavano le stesse parole ... ? E -i presunti figli- metterebbero la mano sul fuoco per il rispetto che hanno dei padri ...

No, certamente, no.

Le parole diventano, per l'appunto, elorap, e si svuotano di significato, perche' non danno piu' la percezione di cosa siano. Se pensiamo a Pannella, infine: nel momento in cui ha cominciato a specificare il significato della parola radicale, si e' ingarbugliato e, in questo aspetto lessicale, si e' perso à.. non certamente nella coerenza delle sue proposte e azioni.

Che senso ha chiamarsi liberale, quando questa parola viene usata indifferentemente da Prodi, D'Alema, Fini e Martino e, magari ascoltata e assimilata -in questa accezione diffusa- da un pubblico passivo di milioni di telespettatori televisivi?

Sono rimaste invece, molto precise, le parole radicale e libertario (quest'ultima con la doverosa precisazione del Bandinelli in questa conferenza). Ma qui occorrerebbe un saggio ad hoc, e non e' questo il momento e l'occasione.

Ed e' qui che casca l'asino: nella capacita' individuale di riconoscere che il proprio dio e' morto e che dopo tre giorni non risorge, e quindi vivere senza dio e senza speranza che ritorni. A ognuno il suo dio .. lessicale, in questo caso.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail