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Conferenza Rivoluzione liberale
Barletta Amedeo - 5 maggio 1998
From: "paolo de andreis"

ciao a tutti!

un grazie a Rino per il suo lavoro sul web radicale e per le

info che posta in lista.

>"Si fa sempre piu' imminente il passaggio allo sciopero

della sete per

>impedire la soluzione finale del genocidio radicale, con la

chiusura di Radio Radicale.

lungi da me qualsiasi intento polemico, perche' se c'e' un

movimento o uno spirito libertario politico che ha

illuminato questo paese in tanti anni e' proprio quello

radicale.

le cose nel tempo sono molto cambiate e non tutti i

radicali, credo, siano oggi disponibili a condurre la lotta

per radio radicale con i mezzi e nelle direttrici oggi posti

in campo dai riformatori.

ne', d'altro canto, ritengo che la chiusura di RR, se

dovesse verificarsi, significherebbe un "genocidio

radicale". una mazzata alla liberta' di tutti si', ma un

genocidio no, non credo.

>Ed ancora la possibilità di unirsi al grande satyagraha per

>la vita di radio radicale e per la legalità

dell'informazione nel nostro paese, >compilando il form per

l'adesione:

gandhi si autodefiniva un satyagrahi, ovvero un ricercatore

della verita' e della sua forza, una ricerca che lui stesso

ha sempre sostenuto fosse priva di una fine ma che, invece,

aveva un chiaro momento di inizio nella sua coscienza e

nella storia

della sua vita. esattamente quanto accadde a Kwame Nkrumah o

a Martin Luther King.

non sono riuscito, in queste settimane, sentendo questa

parola usata anche a RR, ad identificare nella battaglia per

la

legalita' qualcosa di simile al Satyagraha che, credo, anche

per RR sia un termine di ispirazione gandhiana.

non credo, insomma, che ci si possa definire satyagrahi "a

tempo" senza perderne di vista il significato,

non riesco a vederlo o a capirlo, ne' riesco a

vedere nel digiuno e nello sciopero minacciato della sete

altro che un prendere a prestito mezzi che sono stati

utilizzati da un grande satyagrahi nel passato la cui azione

politica, peraltro, cresceva su altre fondamenta, perche'

era conseguenza della sua religione, stando a quanto

scriveva

su Harijan e diceva di se' stesso.

nell'editoriale a cui Rino ci rimandava, leggo:

>Gli scioperi della sete preannunciati sin dal 4 aprile

>sembrano diventare sempre di più una prospettiva

>inevitabile, con decine di persone pronte a passare ad un

>livello di scontro nonviolento mai affrontato prima dalla

>storia nonviolenta radicale.

davvero spero che non si arrivera' allo sciopero della sete,

misura estrema molto pericolosa che potrebbe rapidamente

condurre a

conseguenze che secondo me vanno ben al di la' del male che

si combatte.

anch'io sono profondamente in-dignato, da anni, per quello

che la stampa e' e, soprattutto, per come non solo in Italia

"il potere" sappia preservarsi e perpetuarsi anche

attraverso

la stampa.

e' quindi assolutamente necessario riuscire a porre questo

problema

all'attenzione di tutti in modo efficace, ovvero produttore

di risultati. ma lo si puo' fare con uno sciopero

della sete? sarebbe capito? sarebbe compreso? e,

soprattutto, se il danno che puo' provocare e' maggiore del

beneficio.. ha davvero un senso? non e' una contraddizione?

inoltre seguendo la storia di quanto e' avvenuto e seguendo

le ultime evoluzioni emergono una serie di responsabilita'

diffuse, dal presidente della Camera ai pidiessini: come

individuare in questo oceano di follia la persona sulle

spalle della quale lo sciopero della fame/sete vuole porre

perche' gli spettano le sue pesanti responsabilita'?

leggo poi:

>Rispetto a tutto questo, del resto, cosa resta da fare a

>chi non e' diponibile a rinunciare alla propria dignità per

>sopravvivere?

secondo me tre cose prima di tutto: cambiare modalita' di

dialogo, cercare nuovi referenti associativi e proporre la

cultura radicale in modo nuovo e piu' aperto (perche' la

storia del partito e' aperta in rete ai soli iscritti di

Agora'? visto che e' digitale rendiamola disponibile a

tutti), perche' c'e' davvero moltissimo nella memoria

radicale.

inoltre non credo che la dignita' dei radicali riformatori,

di RR o di altri possa essere a rischio oggi per il

comportamento scandaloso degli uomini che presiedono le

nostre istituzioni. a rischio c'e' la loro dignita', non la

"nostra".

ne' a rischio e' la "nostra" sopravvivenza, perche' credo

che quanto sta accadendo e i nonrisultati ottenuti stia

segnalando anche a chi e' piu' pannelliano di me la

necessita' di modificare l'impostazione della lotta.

insomma, e' un momento che puo' generare una grande

creativita'!

con fiducia, ciao!

paolo de andreis

 
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