Roma, 13 maggio 1998
"Ringrazio il CdR dei GR RAI che, con l'annuncio dato ieri della protesta contro il mancato reintegro delle 7 unità di organico promesse dall'azienda per far fronte alla realizzazione di GR Parlamento, chiarisce definitivamente cosa in RAI si intendesse per "costo zero" della nuova rete.
Per vanificare la gara prevista dal disegno di legge del Governo sulle trasmissioni radiofoniche parlamentari, a gennaio era stato proprio il CdR dei GR RAI ad annunciare che la concessionaria non aveva nulla da temere da una gara con Radio Radicale, perché il servizio lo avrebbe assicurato a "costo zero".
Oggi, nonostante i suoi 150 giornalisti, il CdR RAI annuncia di non temere verifiche sulla propria produttività e pretende altri giornalisti per le trasmissioni parlamentari. Questo cambio di rotta è dettato esclusivamente dal fatto che in base al testo del ddl sulle trasmissioni parlamentari approvato dal Senato la quarta rete RAI, anche se illegittimamente realizzata, ha avuto la sua consacrazione indipendentemente dagli obblighi di servizio, cui è invece vincolata Radio Radicale.
E' una partita che non può essere chiusa in questo modo anche alla Camera, dove nei prossimi giorni inizia l'esame del provvedimento. Si ritorni alla gara per lo svolgimento di quel servizio, che, per le modalità con cui è stato svolto da Radio Radicale, ha da vent'anni a questa parte ottenuto solo indiscussi riconoscimenti e non se ne consenta l'esproprio a favore di una non ben definita quarta rete pubblica, che servirà solo ad armare il partito RAI di un ulteriore strumento di potere e di controllo."