Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 16 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 20 maggio 1998
RADIODRAMMA RADICALE
Subito una gara per l'emittente parlamentare

di STEFANO FOLLI

dalla prima pagina CORRIERE DELLA SERA, 20 maggio 1998

C'e' solo un modo per salvaguardare le regole e il diritto nella vicenda di Radio Radicale: bandire al piu' presto una gara la cui posta in palio sara' la nuova concessione per trasmettere in diretta i lavori parlamentari. Una gara, s'intende, nella quale i vari concorrenti (la Rai, l'emittente radicale, eventuali altri soggetti) siano posti sulla stessa linea di partenza, con eguali opportunita'. Una gara senza sgambetti o colpi bassi. Senza trucchi o trabocchetti.

Puo' sembrare assurdo che per arrivare a un simile risultato si debba ricorrere allo sciopero della sete o alle veglie notturne di Emma Bonino davanti a Palazzo Chigi. E in effetti un po' assurdo lo e'. Si obiettera' che la tendenza all'apocalisse e' un tratto distintivo di Marco Pannella e dei suoi amici e si ritrova in quasi tutte le battaglie radicali. Ma non e' questo il punto. Per fastidiosi che siano gli anatemi di Pannella o certi suoi metodi non violenti eppure fin troppo incalzanti, il problema va visto nei suoi termini essenziali. Si deve ammettere che c'e' qualcosa di bizzarro o di inquietante in un Paese nel quale le questioni di democrazia, o forse solo di normale buon senso, sono cosi' difficili da districare.

La vicenda di Radio Radicale, da questo punto di vista, e' emblematica. Nessuno ha capito bene perche' si sia voluto azzoppare un'emittente da tutti rispettata, che svolgeva in modo egregio il suo compito e a un costo economico modesto. Soprattutto non si e' capito perche' si e' voluto farlo senza un regolare concorso, negando ai radicali una possibilita' di salvare la loro radio e il loro servizio. Certo, esisteva una vecchia clausola: l'articolo 24 della legge Mammi', in cui si prevedeva il passaggio alla Rai delle trasmissioni in diretta dal Parlamento. Ma quell'articolo aveva dormito per anni in un cassetto senza che nessuno avvertisse il bisogno di soffiar via la polvere che lo copriva. All'improvviso, con quel carattere inesorabile che in Italia hanno solo le scelte superflue, la macchina si e' messa in moto.

Di qui i sospetti. Magari infondati ma inevitabili. Circa la volonta' prevaricatrice della maggioranza ulivista verso un'emittente scomoda. Circa la vocazione monopolista della Rai: una vocazione che sfida i decenni e si adegua alle circostanze, ma non perde mai di vista i suoi obiettivi. E' probabile che ci sia poco di vero in queste insinuazioni. Puo' darsi che si tratti solo di piccoli giochi di potere. Ma per aprire lo spiraglio intravisto ieri sera c'e' voluto l'intero repertorio drammatico di Pannella e dei suoi sostenitori. Ci son volute le firme dei senatori a vita e le proteste civili.

Tutto questo non solo non e' giusto, ma autorizza qualche interrogativo sulla qualita' dei nostri istituti liberali. Anche perche' il nocciolo della questione e' stato toccato da Giuliano Amato, non a caso ex presidente dell'Antitrust: "L'idea che, trattandosi di un servizio pubblico, debba esser svolto da un soggetto pubblico e' a dir poco passatista". Viceversa non e' anacronistico il requisito che sara' indispensabile chiedere a Radio Radicale, se e quando si terra' una gara che ci auguriamo trasparente: il dovere di separare la gestione "politica" della radio, come voce dei Club Pannella, dalla gestione neutrale del servizio parlamentare. Ma questa e' storia di domani.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail