Roma, 23 maggio 1998

Quanti in queste ore stanno celebrando le virtù di una legislazione che ha consegnato gli individui e le società alla mercé della criminalità organizzata valgono quanto coloro che nella giornata di ieri, nel ricordare il ventennale della legalizzazione dell'aborto, contestavano e denunciavano la disumanità di una riforma che ha consentito di salvare migliaia di vite altrimenti consegnate alla disperazione e allo sfruttamento delle mammane e dei cucchiai d'oro.

Oggi, sulla droga, l'Europa si trova nella stessa situazione in cui si trovava l'Italia vent'anni fa di fronte al dramma dell'aborto clandestino. E questo parallelo continua a risultare insopportabile per i proibizionisti di ogni risma, che non accettano come buona legge una legge che fa il bene della società, ma vogliono imporre o confermare leggi "buone" che condannano la società al disastro.

Fra poche settimane nel corso del congresso del Coordinamento Radicale Antiproibizionista che si terrà dal 5 al 7 giugno a Parigi riproporremo ai liberali, ai democratici e alle persone di buon senso e di buona volontà di tutta Europa una riforma che è sempre più urgente, quando non addirittura tardiva: la legalizzazione delle droghe proibite, la lotta effettiva alla criminalità organizzata.