Prima in Europa, ultima in ItaliaCORRIERE DELLA SERA, 23 maggio 1998
di FRANCESCO MERLO
Anche quando non e' condotto con spensieratezza, lo sciopero della fame non spinge a evitare le strade dove si aprono le panetterie, a turarsi il naso davanti ai formaggi, a fuggire i risotti e i baba'. C'e' infatti un effetto paradosso che porta il digiunatore a frequentare le tavole imbandite, osservare la masticazione degli altri, saziarsi della loro sazieta'. Emma Bonino spiega questa teoria nella sua casa di Bruxelles affettando una mozzarella di bufala, davanti a Gianfranco Dell'Alba, deputato europeo che sta digiunando per solidarieta' con Radio Radicale. In realta', la nuova frontiera della protesta radicale e' lo sciopero della sete, che e' un rito collettivo, quasi mistico, terribilmente pericoloso. I radicali ieri l'hanno interrotto ma domani, forse, lo riprenderanno perche', se e' vero che non c'erano abbastanza motivi per proclamarlo, e' anche vero che non ce ne sono abbastanza per sospenderlo. Ma e' una corda che non si puo' tirare troppo, come confessa Pannella nella lettera che ha scritto a P
rodi: "...hanno sospeso dopo piu' di 48 ore lo sciopero della sete che, se protratto, avrebbe potuto significare ben presto un esito letale". Questo e' il punto.
Sono mesi che i radicali si appassionano al tema della morte. Per chi la politica la sente sul corpo, per chi la intende come fame e come sete, e' una disputa che, prima o poi, doveva arrivare. Pannella dice che "si deve immaginare di rischiare anche la vita contro il regime", la Bonino gli replica che "il non violento non e' un fachiro".
Viene in mente il vecchio film "Ipcress" con Michel Caine che, per non farsi ipnotizzare dal nemico, si pianta un chiodo nella mano e, stringendo il pugno per non rivelare il suo segreto, si presenta sveglissimo all'interrogatorio anestetizzante: la sofferenza gli impedira' di cedere, di cadere "nel sonno conformista" come dice la Bonino, forse riuscira' a resistere all'ipnosi catatonica, all'anestesia morale, ai "narcoberlusconi" e ai "narcodalema", tanto per usare il linguaggio radicale.
Fu alla fine di una discussione come questa, avvenuta nell'aprile scorso, che Pannella decise di non rivolgere piu' la parola alla Bonino e, percio', da piu' di un mese le fa il muso. Marco non le parla per amore e Prodi non la riceve per paura: prima della classe in Europa, il commissario europeo Emma Bonino in Italia e' davvero l'ultima degli ultimi. Eppure, Le Monde le ha dedicato un'intera pagina di elogi imbarazzanti, in Spagna e' piu' famosa di Raffaella Carra', alle Canarie hanno battezzato una strada con il suo nome, "via Emma Bonino", il Financial Times e l'Economist la considerano "il piu' bravo ministro d'Europa", i francesi la chiamano Emma Courage, in Belgio le danno lauree ad honorem... Insomma e' una star, che l'inglese Neil Kinnock chiama "la nostra Spice Girl". E non e' solo la matta furiosa che si cala con un elicottero nei campi profughi, che si fa sparare e chiudere in galera a Kabul. La Bonino vince le sue battaglie politiche e istituzionali colpo su colpo, come un martello pneumatico. H
a convinto le Nazioni Unite a creare un Tribunale penale permanente sui crimini contro l'umanita'; probabilmente presto sara' applicata la moratoria per cui si batte da piu' di dieci anni, quella che sospende tutte le condanne a morte. E' a lei che si rivolgono le genti oppresse di tutto il mondo, e' la Signora degli Sfigati, "il braccio armato dell'Unione Europea" secondo la definizione del Wall Street Journal.
E, invece, eccola qui a chiedersi: si puo' rischiare la vita per Radio Radicale? La Bonino racconta che nel 1985 quando fu ricevuto dal Pontefice, Marco Pannella gli disse che era la prima volta che stringeva la mano a un Papa perche' non ne aveva mai conosciuto uno. Karol Wojtyla gli rispose che, al contrario, lui lo conosceva, anzi lo ri-conosceva perche' vedeva Pannella tutte le notti a "Teleroma 56" e, ovviamente, lo ascoltava a Radio Radicale. Ecco: secondo Emma Bonino Radio Radicale e' come l'ultima fortezza di una patria distrutta. Nessuno ha il coraggio di dire: "Va chiusa, punto e basta". La si fa morire di sfrangiamento, di mezze promesse, di ritardi, di embargo, e' la dissipazione a opera dei pavidi, nessuno che venga fuori da dietro le quinte e dica "sono io che non vi do tregua", preferiscono tirare la pietra e nascondere la mano, fare e disfare, affermare e negare, sono molli e beffardi, smorzano i loro stessi veleni "non hanno il coraggio della soluzione "radicale"".
Allo stesso modo, i radicali spariscono dalla Storia e dalle storie d'Italia: sepolti sotto zolle di parole guaste, mangiate dai vermi. Chiedere alla Bonino degli esempi e' come infilarsi sotto la doccia. Prende un mazzo di giornali con le rievocazioni del caso Tortora: coccodrilli, ricostruzioni, lacrime. "Non c'e' nessuno, dico nessuno, che raccontando di Tortora abbia spiegato che stava nel Partito radicale, che fu candidato radicale, che fu lui a tenere a Bruxelles il primo grande convegno radicale sulla giustizia, con gli inglesi che chiedevano se davvero in Italia si poteva arrivare a 14 anni di galera in attesa di giudizio...". E poi ci sono le indignazioni contro il finanziamento pubblico dei partiti: "Nessuno che ricordi che fu battaglia, vittoria e tradimento dei radicali". E la golden share, che "ora aboliranno dopo avere convinto gli italiani a non andare a votare al referendum radicale...". Sfoglia la biografia di Ernesto Rossi scritta da Peppino Fiori: "Perche' non si fa alcun cenno ai radicali
? Perche' la parola radicale e' stata cancellata dalla sua vita?". E nel ricordare Pasolini, a partire dalla biografia di Siciliano, "nessuno che racconti dei suoi rapporti con noi; di quel bellismo discorso che non fece a tempo a pronunciare al nostro congresso, la mattina successiva alla sua morte: "Continuate a stupire, non smettete mai di fare scandalo..."". "E vogliamo parlare della droga? Come si puo' organizzare un dibattito televisivo invitando tutti, le comunita' terapeutiche e i medici, i rappresentanti dei partiti e delle religioni, le mamme dei drogati e i cantanti... Tutti, tranne Marco Pannella che e' l'inventore dell'antiproibizionismo?". E continua, continua, continua: "Volete sapere cosa dice Vicenzo Vita, sottosegretario e stratega dell'informazione per conto del governo? Sostiene che dei radicali non si parla perche' non fanno notizia, letteralmente dice che "i radicali non sono notiziabili". Ma mi faccia il piacere...".
C'erano una volta i radicali, dunque? La Bonino sostiene che "benche' lui non lo ammetterebbe mai", anche il cuore di Pannella "si e' ammalato di silenzio". Perche' forse e' vero che i radicali sono un mondo perduto, il mondo in cui c'erano appunto i radicali e i terroristi con le loro ideologie; i radicali e gli scontri di piazza; i radicali e la Terra divisa in due; i radicali e i grandi della politica, della filosofia, della letteratura, i Pasolini e gli Sciascia, esulcerati ed esulceranti.
Sarebbe potuto accadere che il capo del governo fingesse di non vedere il proprio rappresentante alla Commissione europea bivaccare per protesta, giorno e notte, sotto le sue finestre? E a Bruxelles? La Bonino riceve molte raccomandazioni dai governanti italiani: "Bruxelles e' la Mecca degli acculturati, tutti sponsorizzano qualcuno per uno stage alla Comunita'. E, se proprio non si trova di meglio, si puo' cercare un posto di barista".