Mi viene spontaneo, anche e soprattutto perche' da un certo punto di
vista puo' apparire oggi irriverente e inopportuno, ricordare banalmente a me stesso cosa sia
la sanita' pubblica romana ed italiana, quello che poi sempre si e' detto, quello di
cui siamo tutti convinti.
E', essenzialmente, un terno al lotto. Non mancano i buoni medici, il personale
preparato, le macchine giuste. Il fatto e' che solo talvolta, per un colpo di fortuna,
il tutto si incastra in modo che agisca il meglio, o almeno il decente.
Molto piu' spesso prevale un incastro che si esplica in disinteresse, superficialita',
cafonaggine, purtroppo anche vasta incompetenza, con le conseguenze che tutti
sanno.
Questo per la persona comune. Per quella nota no, e' ovvio, indipendentemente
da chi sia la persona, dalle sue idee e dalla sua volonta'.
Per la persona nota, almeno-meno male, si muove solo e sempre il meglio, il caso si va a nascondere.
Per la persona nota l'ospedale pubblico equivale sempre, minimo, alla
clinica privata dove il primario opera qualche pomeriggio a settimana; per
quella non nota invece no, se non per puro caso. Anzi, come e' successo a me e a tanti altri (tutti?)
il professore ti fa capire che se accetti un rischio l'ospedale va benissimo,
ma se vuoi il meglio, ad esempio che ti operi di persona e con la migliore
disposizione professionale, l'indirizzo e' un altro.
Un giorno mi tagliai un dito in due, all'ospedale X mi operarono 3 volte,
peggiorando ogni volta, distruggendo tutto quello che potevano distruggere.
Un infermiere dimentico' strettissimo sul tavolo operatorio l'apparecchio per
la pressione, il braccio mi divento' nero. Avvertii, per sentirmi rimproverare
con tono da bullo, aho', nun mo-o potevi di' prima?
E il "professore" era li', a un metro, si guardava bene dal redarguire
l'infermiere, figuriamoci.
Il letto accanto al mio era occupato da settimane da un sanissimo ragazzo
parente di un medico, che doveva rifarsi la punta del naso, che trovava troppo
appuntita. Piu' in la' c'era un malato grave, supplicava ogni dottore che entrava di spiegarli qualcosa.
Col dito a pezzi mi affacciai in una clinica, trovai lo stesso macellaio
dell'opspedale X che sorrideva benevolo e fuggii.
Il primario dell'ospedale Y poi mi ri-opero', spiegandomi appunto quanto sopra: che se
volevo certezza del meglio dovevo evitare l'Y ed andare in una certa clinica.
Il dito si muove solo un po', dopo molti e molti milioni che non potevo
permettermi, il taglio iniziale era routine, poteva tornare perfetto...
E sono stato fortunato, ad altri, per cose gravi, va molto peggio, ogni giorno.
Temo le malattie, ho il terrore, perche' non ho un lira.
Quel referendum fatto fuori era un buon inizio, peccato proprio.
Eppure con la comunicazione giusta - semplificata - su un argomento come la
sanita' si potrbbero raccogliere milioni di firme, ancora.