Carta dell'informazione e della programmazione a garanzia degli utenti e degli operatori della RAI______________
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2 - PRINCIPI GENERALI
La linea editoriale della RAI deve rispettare e soddisfare un pubblico che
ha orientamenti, opinioni e gusti diversi. Nei programmi si deve quindi
riflettere la molteplicità delle culture e degli interessi in modo che,
qualunque sia il credo religioso, i convincimenti politici, la razza, il sesso, l'educazione, la condizione sociale e l'età, gli utenti non vengano
trascurati o offesi.
I valori che si debbono rispecchiare nei programmi sono quelli desunti
dalla Costituzione, dalle sentenze della Corte Costituzionale, dalle leggi
del nostro Stato, dagli indirizzi degli organi parlamentari competenti, dalle delibere del Garante per la radiodiffusione, dalle Carte professionali e dai documenti del Consiglio di Amministrazione.
Per "qualità" della programmazione del Servizio pubblico si intende quindi la sua costante ispirazione a tali valori e la capacità di tradurli in
trasmissioni interessanti, efficaci e di buon gusto.
Il dovere dell'imparzialità è, comunque, quello che più connota l'identità
del Servizio pubblico.
Esso non riguarda soltanto l'informazione, ma tutti i generi editoriali. Ogni operatore della RAI ed ogni collaboratore, qualunque sia il settore della sua attività (giornalismo, cultura, arte, intrattenimento, sport ecc.) deve sentirsi impegnato a rappresentare la realtà in tutti i suoi aspetti e a dar conto delle sue varie interpretazioni con il massimo di correttezza,
compiutezza e obiettività, oltre che con il doveroso rispetto delle
condizioni psicologiche e delle esigenze morali degli utenti, perché
soltanto in questo modo crescerà nel Paese una opinione pubblica
informata e democratica in grado di concorrere responsabilmente al suo
sviluppo civile.
In questa ottica, la RAI non può schierarsi per una parte o per l'altra dello
schieramento culturale e politico. Nessuna trasmissione deve contraddire questo principio per non compromettere la credibilità del Servizio pubblico.
In rapporto all'attualità, l'imparzialità viene anche perseguita garantendo a partiti, movimenti, sindacati, associazioni, variamente espressive della società, presenze dirette, significative ed equilibrate, pur tenendo conto della rappresentatività dei singoli soggetti.
Lo stesso criterio vale anche per le trasmissioni non informative, dato
che anche nei campi del loro interesse vi sono correnti, gruppi, tendenze, scuole diverse, che hanno tutte diritto di cittadinanza radiotelevisiva.
La Commissione parlamentare ha rilevato in proposito che "l'equilibrio
(tra le parti) va valutato non in termini formali di percentuali di tempo, ma
in relazione alla rilevanza dell'informazione" respingendo l'opinione "che la correttezza si realizzi unicamente secondo una logica di lottizzazione".
Anche la RAI si sforzerà di ottenere un' audience sempre più ampia
perché ciò rafforzerà la sua funzione di Servizio pubblico, ma l'audience
non rappresenterà il suo fine strategico che resta quello della qualità delle sue offerte.
Fra i doveri primari del Servizio pubblico v' è anche quello di tener vivo e aperto il rapporto degli italiani all'estero con la madre patria grazie a
trasmissioni sempre più frequenti che portino nelle case dei nostri
connazionali notizie e immagini del loro paese tali da renderli non
retoricamente soddisfatti di essere italiani.
Il Servizio pubblico, pur assecondando gli sviluppi, le innovazioni e
l'introduzione delle nuove tecnologie, non penalizzerà la cosiddetta "Tv
generalista", intesa non come Tv "generica", ma come offerta varia che,
con la sua organicità tipologica può concorrere alla crescita civile e
culturale degli strati più diversi della nostra società.
La programmazione della Rai, articolata nelle sue tre Reti, si ispirerà ad
un disegno unitario che, proteggendo volta a volta uno dei programmi,
caratterizzi l'offerta degli altri in modo che l'ascolto complessivo sia
superiore a quello che otterrebbero programmi fra loro concorrenti.