Carta dell'informazione e della programmazione a garanzia degli utenti e degli operatori della RAI______________
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3 - TRASMISSIONI INFORMATIVE
I notiziari della RAI non si limiteranno a diffondere le notizie del giorno, ma nello spirito del Servizio Pubblico spiegheranno quelle di maggior rilievo con il massimo di obbiettività storica perché la spiegazione concorra a rendere l'informazione degli utenti più organica, precisa e motivata.
Anche se ogni programma non può riferire sempre la posizione di tutte le
parti, ciò deve essere fatto nei momenti e nei casi di particolare
importanza, specialmente in periodo elettorale. Quando il tema di un
programma è controverso non si giustificherebbe la sua trattazione
senza il riferimento o, meglio ancora, la diretta partecipazione ad esso
dei sostenitori delle interpretazioni più largamente condivise o,
comunque, significative.
Anche l'eventuale partecipazione del pubblico alle trasmissioni, specie se politiche, deve essere improntata al criterio dell'imparzialità. Il pubblico che assiste non deve apparire una "claque" a favore di una parte o dell'altra, e quello che è invitato a partecipare attivamente non dovrà avere un unico orientamento.
Nelle trasmissioni del Servizio pubblico, qualunque sia la loro tipologia,
non si possono attribuire ad alcuno, presente o non presente, fatti che
abbiano una rilevanza penale. Qualora si dia notizia di denunce, avvisi di garanzia e comunque di atti relativi a procedimenti penali, non si possono esprimere giudizi come se i fatti fossero stati provati e sanzionati dall'Autorità giudiziaria. Al rispetto di tale divieto debbono impegnarsi tutti i partecipanti alle trasmissioni.
In caso di inadempienza, i responsabili saranno esclusi da successive
partecipazioni. I conduttori di tali trasmissioni interverranno con fermezza per impedire che fatti del genere avvengano, e sono tenuti a deplorarli quando si verificassero, anche perché essi coinvolgono sempre la responsabilità dell'emittente.
Quando per ravvivare una trasmissione si fanno interviste ai passanti, la
scelta delle opinioni degli intervistati deve essere compiuta in modo
equilibrato, anche dal punto di vista della loro immagine, per non creare la sensazione che si voglia far prevalere una tesi sull'altra.
Tali interviste non vanno presentate come indicative di ciò che il pubblico pensa in generale, essendo le persone intervistate sempre troppo poche per rappresentare un campione significativo.
Se le interviste riguardano temi di particolare importanza, i diversi punti di vista vanno bilanciati accuratamente perché anch'essi concorrono a
formare l'opinione pubblica.
Nelle notizie, nelle interviste, nei dibattiti, i sostenitori di una parte o
dell'altra non vanno identificati con termini che possano qualificarli in un
qualche senso negativo.
La selezione quotidiana delle notizie e degli argomenti da trattare, con
riferimento alla loro importanza, rilevanza e attualità, per essere
considerata corretta, deve nel medio termine ricomporre la completezza
del reale nelle sue varie interpretazioni. Per evitare l'interpretazione
equivoca di talune notizie, specie quelle di maggiore rilevanza, sarà bene inquadrarle in un contesto che ne chiarisca i nessi causali, le condizioni ambientali, culturali, religiose ed etniche.
L'esposizione delle diverse posizioni deve essere sempre oggettiva,
documentata, accurata ed equilibrata.
Nel riferire vicende e fatti in corso, specie se privati, va sempre usata una razionale cautela, evitando emotività e sensazionalismo, per porre
l'utente nella migliore condizione di formarsi un'opinione autonoma.
L'assenza volontaria del rappresentante di una delle tesi a confronto in un dibattito, in un'inchiesta o in una serie di interviste, non può essere di
impedimento a trattare l'argomento. Il conduttore del programma è tenuto
pero' a dare notizia dell'assenza motivandone la ragione, se essa e stata comunicata. Per la completezza e la migliore comprensione
dell'argomento trattato, è comunque opportuno sintetizzare anche il punto di vista non direttamente rappresentato.
Nei telegiornali e nei giornali radio, specie in quelli diffusi nelle ore di
maggiore ascolto, è da evitare la preponderanza e la crudezza realistica
di certi fatti raccapriccianti di cronaca nera limitando le notizie relative alla informazione verbale o utilizzando, se ritenuto necessario, delle foto
illustrative.
Quando si intervistano persone in preda all'ira o al dolore, ci si deve
attenere alla massima sobrietà, evitando insistenze e sottolineature che
possono dare l'impressione di voler "sfruttare" le loro emozioni. La RAI
non deve ricercare effetti del genere, che appaiono alla grande
maggioranza del pubblico inopportuni e spesso cinici.
La rappresentazione di atti di violenza fine a se stessa non e' mai
giustificabile. Quando in particolari contesti essa si renda necessaria per
la migliore comprensione della notizia o del servizio o del dibattito, la
rappresentazione sarà limitata al massimo e si eviteranno comunque i
particolari più efferati. Non va dimenticato che i bambini affollano
l'audience anche in ore in cui si riteneva che essa fosse di soli adulti.
Gli "editoriali" delle testate della RAI, quando si ritengano necessari per
rendere più chiaro il significato di certi avvenimenti, vanno chiaramente
distinti dalle notizie e non possono comunque privilegiare opinioni di
parte. Anch'essi debbono riflettere un equilibrato pluralismo interpretativo nella lettura dei fatti della attualità politica. Il modello professionale che si ritiene più funzionale è quello delle "news-analysis".
Tutti gli operatori della RAI - sia nell'ambito delle Testate che delle Reti -
dovranno astenersi dall'utilizzare i canali di diffusione aziendale per
replicare a eventuali critiche personali, anche se riferite all'attività da loro svolta nell'ambito aziendale.
I giornalisti della RAI, specie quelli che firmano i loro servizi radiotelevisivi, non possono svolgere l'attività di editorialisti o commentatori politici in quotidiani o periodici, non possono svolgere funzioni di addetti stampa di organismi pubblici e di organizzazioni politiche, economiche o sindacali.
Ciò appare incompatibile con i doveri che il Servizio pubblico impone loro, nuocerebbe alla loro credibilità professionale e sarebbe di danno
all'immagine del Servizio pubblico.
In casi dubbi, gli interessati dovranno rivolgere domanda di
autorizzazione alla Direzione generale, tramite la loro Direzione di
appartenenza, che esprimerà le sue valutazioni anche in relazione a
quanto prescrive la normativa professionale e contrattuale: Carta dei
doveri del giornalista (Ordine Nazionale - FNSI, 1993), Carta dei diritti e
dei doveri del giornalista radiotelevisivo del Servizio pubblico
(Usigrai,1990) e Carta di Treviso su informazione e minori (5 ottobre
1990 e 25 novembre 1995), riportate negli Allegati.
Il giornalista RAI non potrà avere una collaborazione continuativa in
materia radiotelevisiva con quotidiani e periodici. Egli non potrà neppure
assumere rapporti di lavoro subordinato o autonomo, nonché incarichi o
funzioni anche temporanei - esclusi quelli relativi ad attività didattiche
presso Scuole di giornalismo professionali, universitarie o di
specializzazione - che possano apparire contrastanti o condizionanti
l'esercizio della professione nel Servizio pubblico.
L'informazione della RAI deve essere la più accurata e garantita
possibile. E' opportuno non affidarsi ad una sola fonte di informazione,
specie quando il fatto che si riferisce è di rilevante importanza. Se si
intuisce che una notizia può sollevare un contenzioso legale è bene
consultare tempestivamente la struttura Affari Legali della RAI. Se
vengono commessi degli errori è necessario ammetterli prontamente
spiegandone le ragioni. La spiegazione deve essere franca e tale da non
sminuire il riconoscimento dell'errore.
Il diritto alla rettifica di informazioni non corrette deve essere soddisfatto
nel più breve tempo possibile, comunque non oltre le 48 ore dalla
ricezione della richiesta della parte lesa. Le rettifiche devono essere date con lo stesso risalto e nello stesso orario delle notizie da rettificare. Ove esistano dubbi da parte del settore responsabile sulla fondatezza della richiesta di rettifica, si dovrà richiedere il parere della struttura Affari Legali RAI, che dovrà esprimerlo entro le 24 ore.
L'uso di riprese effettuate con la "candid camera", quando non abbia un
carattere del tutto ludico, non è ammesso.
Il Servizio pubblico deve caratterizzare la propria programmazione anche con la correttezza del linguaggio e con il comportamento di chi vi
partecipa.
Per onestà comunicativa e per favorire la più facile e generalizzata
interpretazione delle proprie comunicazioni, il Servizio pubblico deve
preoccuparsi anche della coerenza e corrispondenza dei diversi codici
utilizzati: verbale, visivo, sonoro. Essi devono reciprocamente rafforzarsi, non contraddirsi, né devono essere usati speciosamente a fini enfatizzanti o riduttivi.
Se in trasmissioni di intrattenimento la diffusione di oroscopi può non
essere sconveniente dato il loro carattere ludico, appare invece
inopportuna, per il rilievo e l'apparente oggettività che in tal caso essi
acquistano, nel contesto dei notiziari.
L'intervista deve avere un oggetto chiaro e definito. Sono sconsigliabili
interviste su argomenti diversi, se si sa in anticipo che ne potrà essere
trasmessa soltanto una parte. L'intervista dovrà essere registrata
tenendo conto ragionevolmente del tempo assegnato alla sua diffusione
per evitare di sottoporla a rilevanti tagli. Quando sia possibile, l'argomento dell'intervista deve essere comunicato tempestivamente all'intervistato allo scopo di garantire risposte più precise e sintetiche. L'intervistatore dovrà rivolgere domande brevi, chiare e incalzanti, sempre formulate in modo corretto. Domande aggressive o compiacenti non rientrano nella linea editoriale del Servizio pubblico. Un certo atteggiamento di distacco è una garanzia professionale di obiettività.
L'intervistatore potrà, dichiarandolo, richiamare opinioni altrui, non le
proprie. Correttezza vuole che all'intervistato sia sempre consentito di
completare la sua risposta. Se questa fosse troppo lunga, l'intervistatore
potrà naturalmente interromperla, e se tecnicamente possibile, farla
ripetere, ma senza dare l'impressione che l'interruzione sia un
espediente per manifestare il proprio dissenso nel merito.
Quando l'intervista è registrata, può accadere che l'intervistatore debba
ridurla. Se si tratta di tagli che incidono in maniera rilevante sul merito del colloquio, l'intervistatore avrà cura di preavvertirne l'intervistato. E'
indispensabile che l'intervistatore chiarisca prima della registrazione qua è il tempo complessivamente disponibile, perché l'intervistato abbia modo di dimensionare opportunamente le sue risposte.
Quando selezione e montaggio si rendano indispensabili, si avrà cura di
privilegiare le risposte più significative in modo che gli intervistati,
vedendo la trasmissione, possano riconoscere di essere stati trattati con
professionalità e correttezza.
I dibattiti, specie se l'argomento ha una rilevanza culturale, morale o
politica, debbono essere il più possibile approfonditi, pur tenendo conto
delle esigenze della televisione o della radio. La giustapposizione di
singole frasi non è un dibattito e non è chiarificatrice. Se non vi è tempo
per un ragionevole approfondimento del tema è preferibile non
programmare dibattiti, ma effettuare inchieste. Nel rispetto del ritmo che
una trasmissione, specie se televisiva, deve avere, è doveroso garantire
ai partecipanti la possibilità di esprimere, sia pure sinteticamente, il loro
pensiero. A questo fine i dibattiti vanno adeguatamente preparati per
quanto riguarda la scelta dei partecipanti, il loro numero, che non deve
essere troppo ampio, le loro personali capacità di sintesi e di chiarezza.
Si eviti di concludere i dibattiti con l'osservazione ripetuta che essi
cominciano proprio a quel punto a farsi interessanti. Un dibattito che
appaia interrotto per ragioni di tempo è controproducente. L'intervento del moderatore deve mirare a rendere più chiaro e comprensibile o
svolgimento del dibattito, non a frantumarlo, anche se per ragioni di
tempo.
Il Servizio pubblico richiede da parte degli operatori RAI un particolare
senso di responsabilità nell'utilizzo di sequenze effettuate durante le
sedute delle Camere per il dovuto rispetto delle Istituzioni. L'osservanza
di questo principio assume particolare rilievo nel caso di incidenti
parlamentari. La RAI utilizzerà tali sequenze nei notiziari di informazione
e/o nei servizi speciali avendo cura che le riprese ed il loro montaggio
documentino in maniera equilibrata i fatti. A questo fine, per chiarire
meglio ciò che sta avvenendo, è opportuno riferire gli interventi dei
Presidenti. Nei casi di incidenti particolarmente gravi in cui il Presidente
inviti a sgombrare le tribune del pubblico, la RAI si conformerà alle
decisioni dei Presidenti di Assemblea. Tale criterio impone di non
riprendere comportamenti e atteggiamenti del tutto personali o
sconvenienti.
Le trasmissioni sportive della RAI non privilegeranno gli sport maggiori e
professionistici, pur dando loro il rilievo dovuto, ma presteranno sempre
più attenzione agli sport minori e amatoriali allo scopo di rendere gli utenti più autenticamente e attivamente sportivi.
I sondaggi d'opinione possono svolgere una funzione democratica
informando sugli atteggiamenti e le richieste del pubblico. Va peraltro
ricordata la natura estremamente delicata e controversa di tali strumenti:
essi sono infatti spesso strumentalizzati per far prevalere certi
orientamenti. Occorre quindi utilizzare i sondaggi in modo corretto e
cauto, secondo criteri professionali che ne garantiscano significatività,
rappresentatività e affidabilità. La RAI riferirà perciò soltanto l'esito di
sondaggi effettuati secondo le metodologie e le pratiche professionali
precisate dalla normativa di legge in materia. La RAI, comunque, eviterà
di commissionare, in proprio, sondaggi su intenzioni di voto o su singoli
partiti o personalità politiche, e quando commissionerà "exit-polls" o "poll dei polls" lo farà assicurandosi della correttezza delle loro metodologie.
Comunque, quando si commissionano sondaggi su temi specifici, anche
di valenza politica, va consultata, per gli aspetti tecnici, la struttura
Ricerche di mercato RAI.
Nel riferire l'esito di sondaggi elettorali è consigliabile adottare i seguenti criteri generali: utilizzare i risultati dei sondaggi solo a supporto di notizie e non come notizie a se stanti; verificare direttamente la formulazione delle domande e la metodologia utilizzata prima di dare notizia delle interpretazioni fornite da chi ha effettuato il sondaggio; indicare sempre chi lo ha commissionato, chi lo ha effettuato, e la numerosità del campionamento; ricordare i margini di errore possibili, specie quando i risultati del sondaggio appaiono contraddire opinioni correnti; non trarre conclusioni assertive sottolineando sempre che i sondaggi non "dimostrano" ma semplicemente "suggeriscono"; precisare il periodo in cui l'indagine è stata effettuata e ricordare eventi significativi che possano avere influenzato l'opinione pubblica in quel periodo.
Le interviste telefoniche in diretta non vanno definite "sondaggi" perché
non rappresentano un campione di opinioni. Rendono noti soltanto alcuni
punti di vista. Quindi è opportuno farne un uso limitato.
Le statistiche debbono essere riportate correttamente citando la fonte.
Non vanno riferite quando la fonte non sia nota e di riconosciuta
affidabilità.