Come puoi tollerare che, attorno a te, il potere si ritrovi in queste ore in modo massiccio a difendere attivamente e surrettiziamente il potere nero del "partito-Rai", proprio come ieri i fondi neri del "partito-Iri"?
Signor Presidente continuo a ricordarLe di essere in umile attesa da mesi, da giorni e da ore di essere ricevuto per conto del nostro movimento e delle sue stesse idee, e finora trattenuto da Lei così ferocemente fuori dalla Sua porta.
Caro Presidente posso assicurarti che queste nuove decine di ore di digiuno che mi imponi sembrano far bene e non male ai miei quattro by-pass. Anzi ti ringrazio sentitamente perché in queste ore penso che in molte migliaia possiamo meglio comprendere cosa voglia dire "spes contra spem".
Roma, 27 maggio 1998
Caro Prodi,
ma che razza di credente tu puoi mai essere - ho voglia di chiedermi - e in che cosa, sul fronte di coscienza e politico, della religione del diritto e delle libertà, se ti si può arbitrariamente ed erroneamente caricaturizzare come Ponzio Pilato nei confronti di migliaia e migliaia di cittadini, inermi ma non inerti, armati di nonviolenza e di dialogo; se, invece e piuttosto, continui a comportarti come caricatura dei peggiori farisei?
Ma come puoi non comprendere - continuo a chiedermi - il male che fai alle istituzioni, alla cultura civile, alla società, comportandoti così e compiendo ferocemente tutti gli atti della protervia, della arroganza, della viltà dei prepotenti, quando i tuoi privati riflessi sono, sarebbero di tutt'altra natura?
Il potere nero del "partito-Rai" come i fondi neri del "partito-Iri"
Come puoi tollerare che, a sostegno delle tue idee o di quelle che hai millantato di avere, per migliaia di giorni e di notti, in più di diecimila - da Emma Bonino a ragazzi dodicenni, da donne e uomini ultraottantenni a tanti altri, di noi, infermi o in pericolo - abbiano scelto di usare le armi della nonviolenza, del dialogo civile, e dunque della fiducia, e che, per tutta risposta, i tuoi collaboratori siano costretti, per difendere il proprio pane e il proprio lavoro, a trattarci come fastidiosi postulanti dai quali occorre difendere la privata tranquillità del Signori nel suo palazzo?
Come puoi tollerare che, attorno a te, il potere di regime amministrato o occupato dai post-comunisti di Veltroni e di D'Alema, e dai post-democristiani di Franco Marini o tuoi propri, si ritrovi in queste ore in modo massiccio a difendere attivamente e surrettiziamente il potere nero del "partito-Rai", proprio come ieri i fondi neri del "partito-Iri"?
Come puoi continuare, protetto solo dall'incultura democratica e liberale degli ordini giudiziario e giornalistico - con riflessi straordinariamente simili a quelli propri dei primi due anni, dal 1945 al 1947, dei regimi comunisti dell'Europa orientale: a Praga, a Budapest, a Sofia -, a fare dell'Ulivo e del centro sinistra il luogo e lo strumento per cercare di estirpare sino alla più antica e profonda delle sue radici la "malapianta" dell'opposizione di giustizia, di diritto, di libertà e di democrazia politica, forse rischiando dopo ottant'anni "finalmente" di riuscirci?
Come puoi non renderti conto che il tuo riflesso, inizialmente forse inconsapevole, è ora quello di cogliere l'occasione - se diventa finalmente possibile - per lasciare letteralmente morire, o creare attivamente le premesse perché siano assassinati, quanti - ad esempio - assolutamente soli tentavano di denunciare l'infamia di un Parlamento e di una vostra forma di "unità", che, perché fosse certo il compiersi del processo di assassinio di Moro e della verità, stabiliva ufficialmente, con la santificata relazione di Tina Anselmi, la scientifica validità dello spiritismo e dell'occultismo?
Caro Prodi, continuo a stupirmi del fatto che, essendo l'attuale regime - dopo mezzo secolo - in situazione da metà anni '30 più che da metà anni '20, invece di esprimervi soprattutto attraverso i Giovanni Gentile, i fratelli Rocco, i Giuseppe Bottai dobbiate servirvi dei Dumini e di poteri molto più illegali, rispetto a questa legalità costituzionale, di quanto quelli non lo fossero rispetto alla legalità fascista.
E stata scritta una storia incredibile
Noi ti abbiamo fatto fiducia, con mitezza, con pazienza, con tolleranza e con la forza meravigliosa, incredibile, di decine di migliaia di cittadini; con l'incredibile pagina scritta, ribadita, donatati e donataci dagli ex Presidenti della Repubblica Cossiga e Leone, dai senatori a vita Agnelli, Andreotti, Bo, Bobbio, Taviani e Valiani, dall'inaudito schieramento dei Presidenti emeriti della Corte costituzionale Baldassarre, Caianiello, Casavola, Conso, Corasaniti, Ferri, Gallo, Paladin, dalla sequela di atti parlamentari formali e perfetti; con il continuare a fornire a questo nostro paese l'assoluta, grande straordinaria unicità di Radio Radicale, orgoglio di un occidente che ha sempre meno occasioni di elevare bandiere di tale forza e civile e democratica. Noi, dunque, caro Prodi, ben possiamo reagire con profondissima umiltà di fronte alla inaudita, dolorosa arroganza e alla esplicita contrapposizione di obiettivi, valori che da te personalmente ci viene; possiamo continuare ad attendere anche se resi da
voi infermi, assetati, digiuni, privi di diritti e di legge.
Continueremo a essere in attesa
Con umiltà continueremo, quindi, in queste ore, a essere in attesa, per dovere civile e scelta politica: in attesa nelle tue anticamere, in quelle dei D'Alema, dei Veltroni, dei Marini, dei Mancino (per nominare solamente le persone dabbene e tacere altre i cui comportamenti attivi o omissivi sono letteralmente infami e ignobili); e sui vostri marciapiedi, poiché non ci ammettete nemmeno nelle anticamere dei postulanti o nelle corti dei miracoli interne ai vostri palazzi, interni alle vostre coscienze, ai vostri orizzonti interiori.
Caro Presidente, caro Romano, checché comprensibilmente possano temere i miei medici o i miei compagni, posso assicurarti che queste nuove decine di ore di digiuno che mi imponi (evidentemente, per equità, rispetto alle centinaia di migliaia di ore che hai seraficamente comminato ad altri) sembrano far bene e non male ai miei quattro nuovi amici, ai miei quattro by-pass che fanno corpo - mi sembra piacevolmente - con le idee, gli ideali gi obiettivi che sono i nostri. Anzi, tanto per biascicare anch'io qualche parola della liturgia che purtroppo non solo tu, fra i prestigiosi, squalificate nella pratica quotidiana, ti ringrazio sentitamente perché in queste ore penso che in molte migliaia possiamo meglio comprendere cosa voglia dire: "spes contra spem".
Povero il mio Presidente, povero il tuo e mio paese, speriamo che in queste ore Radio Radicale sia parola vincente della civiltà e della crescita di un paese, non - come stai fino all'ultimo tentando di assicurare - emittente degli ultimi suoni di diritto e di libertà nel e del vostro regime.
Signor Presidente continuo a ricordarLe di essere in umile attesa da mesi, da giorni e da ore di essere ricevuto per conto del nostro movimento e delle sue stesse idee, e finora trattenuto da Lei così ferocemente fuori dalla Sua porta.