Sentivo su RR commenti ed interviste a proposito della pena di morte, con particolare
riferimento al parallelo fra USA e Cina.
Sono stati messi in evidenza gli aspetti orridi della pratica cinese, gli
espianti di organi, le esecuzioni pubbliche, le umiliazioni del condannato,
la assoluta carenza di informazione sulle esecuzioni.
Tutto vero e ben esposto, ma io credo siano dettagli, terribili e conseguenti dettagli;
la differenza sostanziale mi sembra sia stata sicuramente sfiorata pero'
(mi sbagliero') non evidenziata appieno.
La differenza e' che gli USA sono una democrazia e la Cina e' una dittatura
(poco importa che sia comunista).
In Cina, quindi, ogni pena, un mese di reclusione, un anno, dieci anni,
l'ergastolo, la morte, puo' essere applicata indipendentemente dalla colpa,
ad arbitrio. Lo stato non deve rispondere al cittadino ed il cittadino non
puo' tentare alcuna difesa, non puo' porsi in contrasto con il giudizio.
Mentre negli USA per una multa come per la pena di morte, con tutti i difetti
del sistema, le garanzie, i controlli e le possibilita' sono enormi, esiste
una legalita', lo stato puo' essere contrastato.
Mi terrorizza di piu' un'alta possibilita' di essere condannato a dieci anni di
carcere senza alcuna garanzia che l'esistenza della pena di morte in un paese democratico,
esistenza che si e' liberi di contrastare, dovuta alla volonta' della maggior parte dei cittadini (mentre in
Cina esiste come strumento incontrastabile della dittatura).
Cioe' la democrazia, per quanto mi riguarda, ha proprio un diverso ordine di grandezza
rispetto alla pur molto auspicabile abolizione.