1. Non ho fatto alcuna tirata contro il capitalismo; ho solo descritto una situazione; non sono più "anti-capitalista" di un certo Schumpeter...
Ho semplicemente ricordato le "contraddizioni" dello sviluppo capitalista, cose ben altre ben note da David Ricardo a Joseph Schumpeter. Il capitalismo moderno vive sulle contraddizioni e PROPRIO per questo funziona meglio delle altre forme di economia. Non rendersene conto vuol dire condannare l'economia di mercato moderna (il capitalismo appunto) alla Grande Depressione. Asia docet!
In realtà gli "anticapitalisti" sono proprio certi fondamentalisti del mercato puro. Un simile modello economico non ha nulla a che vedere con il capitalismo occidentale; rappresenta la nuova versione (simpatica e atttraente) del Regno di Utopia. Come insegna Weber non possiamo vivere senza Utopia, purché sia chiara l'etimologia stessa del termine, "in nessun posto"....
2. Per la cronaca l'economista che dimostra in termini matematici l'identità fra una economia di mercato pura e l'economia pianificata perfetta é Enrico Barone, é un italiano della scuola di Pareto. Einaudi commentò il suo saggio affermando (cito a memoria) che la differenza fra economia di mercato ed economia di piano é tutta politica........
3. Certamente sono un Post-keynesiano. Nessuno, dopo Keynes, può dirsi non keynesiano. Non per nulla un certo Paul Samuelson afferma che anche Friedman é un Keynesiano. Tant'é che parla di funzioni di reddito permanente e di tassi di interesse, non di equilibrio economico dei mercati.......
4. e veniamo al punto chiave: appare evidente che le ricette "Keynesiane classiche" non funzionano più in una economia globalizzata con forti squilibri sociodemografici e dopo oltre 60 anni di successi del deficit spending (i 60 anni che hanno posto le besi del "sistema atlantico".....NB NB).
Questo non vuol dire dimenticare la lezione del Grande Liberale di Cambridge, bensì cercare di capire i tempi nuovi.
Questo non vuol dire dimenticare che lo sviluppo capitalista va avanti per squilibri e contraddizioni e che si vuole il benessere e la libertà sono necessarie Riforme Sociali. Solo che negli anni venti, ad esempio, era indispensabile introdurre la previdenza sociale pubblica, oggi nei paesi europei é indispensabile (proprio per rafforzare il Welfare...) un sistema previdenziale misto con una forte componente di fondi privati (obbligatori..); mentre appare ovvio che forme di previdenza sociale debbano essere create (e magari imposte del Fondo monetario internazionale insieme con le politiche di privatizzazione e di separazione fra attività industriale e attività bancaria) nei paesi dell'Asia orientale......
Buchanam, la scuola della pubblic choice hanno ampiamente e giustamente messo l'accento sui "Fallimenti dello Stato". Questo non vuol dire, come pretendono gli "anarco-liberisti" (ovvero gli anticapitalisti del terzo millennio), che lo stato, il pubblico é per definizione un fallimento; esattamente come segnalare agli inizi del secolo i "fallimenti del mercato" non voleva dire (al contrario di quello che pensavano gli anticapitalisti di allora, ovvero i "radical-collettivisti", marxisti in testa) che il mercato era per definizione un fallimento. Pubblic Choice ci ha insegnato a cercare di valutare caso per caso, situazione storica per situazione storica se "conviene", per il benessere sociale, una soluzione pubblica, oppure una soluzione di mercato o magari qualcos'altro.....
4. Francamente dopo Schumpeter, Polany ed ora con la Grande Deflazione asiatica in corso non si può dire o scrivere che i "fattori di instabilità" provengono "fuori" dal mercato: anche fosse (il grande "squilibrio" fra consumatori e produttori é interno o esterno al "mercato"?) rimane un fatto molto semplice. Il "mercato" non può funzionare senza istituzioni extramercato. Se queste istituzioni non funzionano più (perché messe in crisi proprio dallo sviluppo capitalista) é evidente che é indispensabile costruire nuove istituzioni. Extramercato.
MORALE. Può funzionare un mondo in deflazione strutturale e in depressione economica et sociale? E' compatibile un sistema economico mondiale in crisi depressiva con "democrazia, stato di diritto, legalità" a livello trans-sovranazionale? Può l'Occidente accettare tranquillamente che popoli di miliardi di persone vivano senza diritti SOCIALI et SINDACALI senza mettere in serio pericolo la stessa democrazia occidentale? La mia risposta é negativa..Ci sono altre risposte?
cordialissimi saluti a tutti
Claudio Landi