A me non pare che quello che sta succedendo in Asia possa essere imputato alle conseguenze di un liberismo estremo o meno ancora ad un mercato senza socialdemocrazia. Ne' le tigri asiatiche, ne' il Giappone, ne' la Cina sono mercati "liberisti".
Mi scuso per l'approssimazione del commento, ma credo che la crisi Asiatica sia dovuta al fatto che quei mercati sono alterati da meccanismi di potere e di influenza che lo stesso Landi ci spiegava per il Giappone, che in Cina sono rappresentati dai grandi burocrati dello Stato comunista e che in Indonesia sono rappresentati dai legami mafiosi delle famiglie al potere.
Certo che un mercato necessita regole, ma le regole che mancano in Asia non sono quelle della socialdemocrazia, ma quelle, appunto, del libero mercato, della concorrenza, dei consumatori, e, più di tutto, del rispetto delle libertà individuali, dei diritti fondamentali della persona, della democrazia.
Gli squilibri nella detenzione della ricchezza sono tanto più pericolosi tanto meno "liberista" e' il mercato, cioe' tanto meno il mercato e' in grado di adattare prezzi e costi alle risorse sia del lavoro che del capitale.
Mi pare invece che interventi "socialdemocratici" in paesi dove lo Stato che dovrebbe gestirli e' uno Stato di volta in volta mafioso, comunista, dittatoriale o corrotto non possa che acuire le ingiustizie, in Italia come in Indonesia.
Ecco fatto l'intervento ideologico che Landi temeva :-)
Non credo che dire questo sia ideologico