Roma, 16 giugno 1998

Dichiarazione di Rita Bernardini, della Lista Pannella:

"La vicenda di Radio Radicale che si trascina ormai da 208 giorni - da quando, il 21 novembre scorso, è scaduta la convenzione per le dirette parlamentari - e per cui solo oggi si prospetta una soluzione equa e positiva, è stata l'aspetto più eclatante e visibile dell'ostracismo, della censura, dell'azzeramento di cui continua ad essere vittima la Lista Pannella e tutto il Movimento radicale. Quindi, proprio in queste ore, mentre la Camera sta varando il provvedimento per Radio Radicale/Radio Parlamento, grazie all'impegno comune di chi, nel governo, nella maggioranza e nell'opposizione ha scelto - secondo i nostri auspici - una soluzione concreta, rispettosa del diritto, "senza vincitori né vinti", è necessario affrontare con uguale serietà il problema della "legalità" dell'informazione, e del dibattito politico; è urgente risolvere il problema politico e "di diritto" costituito dell'ostracismo realizzato da parte della Rai Tv nei confronti della Lista Pannella, letteralmente bandita e cancellata dagli spaz

i di informazione politica.

Su questo punto, che è stato, come la questione di Radio Radicale, al centro dell'iniziativa nonviolenta di sciopero della fame che ha coinvolto oltre 10.000 cittadini in 7 mesi di mobilitazione, continuiamo a rivolgerci al Presidente del Consiglio con una richiesta di incontro, di dialogo e di intervento, quale nelle scorse settimane gli era stata rivolta senza esito e ripetutamente anche da Marco Pannella e da Emma Bonino.

E' letteralmente incredibile che di fronte alle puntuali risoluzioni della Commissione Parlamentare di Vigilanza sull'ostracismo della Rai-Tv nei confronti della Lista Pannella e del suo leader; di fronte alle dichiarazioni allarmate del Presidente Storace che ha denunciato l'autentico genocidio culturale e politico in corso; di fronte all'intervento dell'Autorità Garante per le Telecomunicazioni che ha aperto una procedura di infrazione nei confronti della Rai che di fronte a tutto questo il Presidente del Consiglio ed il Governo non intervengano direttamente, esercitando prerogative formali ed istituzionali. Torneremo da questa sera a Largo Chigi, in una "non stop" che proseguirà la notte e per tutta la giornata di domani, a presidiare il Palazzo del Governo chiedendo a Prodi di rompere il proprio silenzio."