Norma a sorpresa nel disegno di legge per Radio radicale(la Repubblica 20/06/98)
di ALDO FONTANAROSA
ROMA - Ancora soldi, ancora agevolazioni ai giornali
di partito. A sorpresa il disegno di legge su Radio
Radicale e sulle dirette dal Parlamento decide un
nuovo sostanzioso aiuto all'editoria politica. I contanti
andranno ai quotidiani più gracili, come il "Popolo", il
"Secolo d'Italia" e la "Padania", mentre i grandi
giornali forse potranno gestire meglio i loro tanti
debiti.
Radio Radicale, poi, vince e raddoppia: nello stesso
provvedimento riceve 34 miliardi e mezzo in tre anni
per un servizio di interesse generale (le dirette dal
Parlamento); ma anche 3 miliardi in qualità di organo
di una parte politica (la Lista Pannella).
Piccoli giornali crescono. Fino ad oggi, lo Stato dava
contributi ai quotidiani di partito fino a un massimo
del 50% delle spese di produzione. Il disegno di
legge, approvato giovedì quasi all'unanimità dalla
Camera e già spedito al Senato, aumenta il tetto del
rimborso al 70%.
Per come è congegnata la legge, difficilmente la
novità premierà i grandi giornali, come "L'Unità".
Soldi e vantaggi andranno ai piccoli, come "Il
Popolo", "La Padania", "La Discussione", "Il Secolo".
l Debiti e mutui. E' uno degli articoli più misteriosi.
Tocca i mutui, i debiti degli editori politici. Sono
previste agevolazioni, ma a vantaggio di chi?
Manager dell' "Arca", l'ex casa editrice dell' "Unità",
ancora gravata da debiti del passato, studiano il testo
per capire se può assicurare un qualche beneficio.
l Il bis radicale. Anche le radio, se sono organo di
partito, beneficieranno ora di un rimborso più alto,
fino a un massimo dell'80% delle spese. Destinataria
unica dei nuovi soldi è Radio Radicale, che - calcola
il senatore Verde Stefano Semenzato - incasserà
quasi 3 miliardi.
Ma Radio Radicale ha una doppia anima. Non è solo
organo della Lista Pannella, è anche una rete che fa
un servizio pubblico, le dirette da Camera e Senato.
Per questo servizio, il disegno di legge le dà 34
miliardi.
E' la prima volta che la stessa legge assegna aiuti ai
radicali sia per il loro ruolo pubblico, sia per i loro
interessi di parte. La storica anomalia dell'emittente
viene come sanata, legittimata.
l Il comma di Ferrara. Fino ad oggi, la legge
permetteva a due parlamentari, un deputato e un
senatore, anche di partiti diversi, di creare un
movimento di opinione e di dichiarare un qualsiasi
giornale organo d'informazione di questo movimento.
Con un simile meccanismo, si sono candidati a
ricevere contributi pubblici il "Foglio" di Ferrara, il
"Roma" di Tatarella, il settimanale "Avvenimenti" e
decine di altri giornali, spesso clandestini. Il nuovo
disegno di legge conferma il diritto del "Foglio" e
degli altri a ricevere i soldi, avendo loro già fatto la
domanda, ma per il futuro chiude il rubinetto: per
ottenere finanziamenti, un quotidiano dovrà avere un
intero gruppo parlamentare alle spalle. Solo Cossiga,
Udr, potrà farsi un nuovo giornale.
I dubbi di Semenzato. Il senatore verde commenta: "Il
problema del finanziamento dei partiti e dei loro
giornali è serio. Certo andrebbe affrontato alla luce
del sole, anche perché la gente ci guarda. Dare nuovi
soldi in silenzio, agganciandosi alla legge su Radio
Radicale, non è bello. Vedremo al Senato di
migliorare, almeno nel metodo".