La democrazia è un concetto in perenne divenire, ed è risultanza del concorso di tutti i fattori etico-politici e socio-economici; ma il problema della democrazia nel campo della informazione è senz'altro oggi il nodo principale di garanzia del divenire in senso democratico della terribile complessione del nostro tempo ad alta velocità entropica.
La società-informazione, le analisi funzionali, le modalità collettive della ricerca del significato, l'attitudine del rimettere sempre in discussione e la dialettica dell'emergenza delle novità, permette di vedere le istituzioni con occhi assolutamente nuovi.
I sacrosanti problemi dell'oggettività, dell'onestà, dell'abilità, devono essere rimessi al loro posto reale, cioè professionale.
Il vero problema è sempre questo, al di là delle garanzie giuridiche, degli statuti rassicuranti, delle certezze teoriche, delle pretese ideologiche.
Le funzioni dell'informazione richiedono uno sconvolgimento istituzionale senza il quale non è possibile aspettarsi nessun vero progresso democratico.
Radio Radicale dovrà ancor più promuoversi in tal senso ed ampliare la dialettica, quella dialettica che porta con se coscienza ed azione, coinvolge la società nel suo insieme, la quale, nel suo perpetuo muoversi dovrà pur mantenere gli elementi che permettono di definirla "società umana".
Niente soluzioni aprioristiche, niente certezza riposante, niente conformismo gratificante o rivoluzionario, poiché una cosa è certa: fuori da questa dialettica, dentro l'assoluta conservazione dei valori, vince la morte.......la fine dell'umanità.
Viva Radio Radicale, poiché chi ha buone facoltà d'intendere, intenda.