Conferenza Rivoluzione liberale |
Vernaglione Piero
- 27 giugno 1998
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Ennesimo gradino della scalata del Polo verso posizioni aliberali e aliberiste (il libertarismo non lo prendo nemmeno in considerazione). Questa volta è toccato ad AN. Mi riferisco alla richiesta di adesione al gruppo europarlamentare dell'Union pour l'Europe. Questo gruppo, egemonizzato dai gollisti, rappresenta le posizioni di una destra europea "sociale", che si prefigge il compito di "distribuire in maniera equa la ricchezza", che da' rilevanza ai valori della "nazione" e della "famiglia" (cito le parole di Fini al termine del colloquio con Seguin). Dunque, anche la speranza di un'evoluzione di AN in una direzione "tory" è venuta meno. Non mi sono mai illuso sulla possibilità, auspicata da Feltri, di una "thatcherizzazione" di AN. Mentre in Forza Italia una componente liberal-radicale di prestigio, sebbene minoritaria, esiste, in AN solo l'onorevole Basini esprime posizioni coerentemente liberali. La vocazione "missina", "social-corporativa" di AN non poteva non avere la prevalenza. |
Considerando le vicende degli ultimi tre anni, il sistematico tradimento di tutte le posizioni del '94, fino alla recente "confessionalizzazione" di FI (e relativa adesione al PPE), mi domando se da parte nostra fosse allora davvero impossibile prevedere gli esiti attuali; se un'analisi disincantata dei gruppi dirigenti dei partiti che componevano il Polo non potesse già allora evitarci un coinvolgimento in quell'esperienza. So benissimo che questo è stato il rimprovero stucchevole e prevenuto che, soprattutto da sinistra, è stato rivolto a Pannella negli ultimi anni. Ma ormai la direzione presa dal Polo è a tal punto antitetica, su ogni tematica o su ogni scelta politica, alla nostra, che una riflessione, anche per puro gusto analitico, non sarebbe inutile. |
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