Grazie a Cinzia Caporale per aver puntualizzato il senso dell'aggettivo "pittoresca". Di seguito riporto uno stralcio dell'intervento di Geppi Rippa pubblicato nel 1992 sul n. 33/34 di Quaderni Radicali, che illustra meglio il significato dell'iniziativa promossa allora soprattutto da Grazia Passeri, la quale ancor oggi vi si dedica con passione attraverso l'AMO:

"Non si è trattato di una provocazione, altro che per chi ha potuto cogliere solo l'aspetto 'folkloristico' della nostra proposta, con l'idea di un ritorno a un passato nel quale di diritti civili non esisteva neanche la nozione.

In realtà, da laici quali ci sforziamo sempre di essere, non abbiamo paura di confrontarci con la realtà così com'è; con i timori, le paure, la vergogna, anche irrazionali: perché non basta dire che c'è una legge per risolvere un problema. All'origine di certi atti sconvolgenti c'è proprio una insuperabile esigenza di anonimato che l'avvio di una procedura non garantisce".