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l'unità / Bruno Miserendino
NON C'E' CHE DIRE: l'Italia è un Paese che dimentica facilmente. S'impressiona, s'indigna, si spaventa, si commuove, come avviene in tutto il mondo, ma con maggiore facilità di altri Paesi, ha l'aria di predisporsi quasi <> a rimuovere. Rimuove con successo di tutto : tragedie, meriti colpe, conquiste,verità scomode: Ma soprattutto, questa è la vera specialità, SCORDA ORIGINI, cause e caratteristiche dei grandi problemi che l'assillano. Sarà colpa dell'informazione, della politica, della demagogia,o magari della scuola, ma da noi è quasi sempre << emergenza >>, anche quando non dovrebbe. Così, adesso che la Tunisia ha deciso di oscurare la Rai, rendono evidente una crisi diplomatica con l'Italia sul fenomeno dell'immigrazione e degli sbarchi dei clandestini, il problema assume la forma di << grande spina d'estate >>del governo Prodi. Che sia una spina è evidente, che sia grande nessuno potrebbe negarlo. Che i rischi siano molti è altrettanto chiaro a tutti. Il problema è che questa << spina >> dura da anni, e si ripresenta puntuale ogni estate.
La semplice realtà è che la << Spina in >> in questione non guarda in faccia al colore dei governi, non giudica leggi e provvedimenti, comportamenti della Marina o dei ministri degli Interni e degli Esteri.
La Spina, per così dire, osserva solo le condizioni del mare e del tempo. Così, soprattutto d'estate, quando la traversata delle miglia di mare che separano l'Italia dagli altri Paesi, diventa più facile, (o meno pericolosa che d'inverno) << l'emergenza >> si ripresenta puntualmente, diventando dramma e << SPINA >>.
Qualcuno l'ha scordato? Dal '91 ad oggi, le grandi ondate di immigrazione, con seguito di drammi, vittime innocenti, tensioni, che hanno riempito le pagine dei giornali e fatto gridare all'emergenza, non sono state tre o quattro. Sono state almeno 20, per lo più concentrate in estate.
Qualcuno ricorda (era la prima repubblica) cosa accadde con la seconda grande ondata di albanesi, quando a migliaia furono concentrati nello stadio di Bari e rispediti, con uno strategemma, doloroso ma indispensabile, in Albania? E qualcuno ricorda l'infinita storia di polemiche, accuse, critiche che accompagnò la nascita e la vita della famosa legge MARTELLI ? O di quelle successive ? Insomma, il fenomeno sarà una spina d'estate del governo Prodi, ma non è un'emergenza nata con la vittoria dell'Ulivo. E', semplicemente, l'emergenza con cui l'Italia, e con lei tutti i paesi europei e mediterranei faranno i conti per molti anni avvenire.
Certo per venire all'oggi, può accadere che la collaborazione internazionale, molto ricercata ma difficile da praticare sul serio, faccia acqua da tutte le parti. E può persino accadere che accordi o promesse precise non siano rispettati dagli altri paesi.
In fondo, cos'è successo qualche giorno fa, in mezzo al mare, hanno inutilmente atteso che i tunisini sio riportassero indietro i clandestini ? E che vuol dire l'escalation di polemiche con Tunisi sul rientro (tragico) dei clandestini, o le difficoltà burocratiche di ieri anche con il Marocco, paese con cui, a detta di Dini, la collaborazione è stata più facile? E che vuol dire che che i clandestini tentano (e spesso riescono) con la forza della disperazione a sfuggire dai campi di raccolta, rinviando magari di pochi giorni l'espulsione, prevista dalla legge ?
Forse tutti noi dovremmo avere il coraggio di accettare una verità sgradevole, magari senza rimuoverla subito. E la verità è che l'emergenza si ripresenta perchè questo dramma del mondo moderno, come dicono tutti i saggi studiosi di sociologia, è un fenomeno non risolvibile, ma soltanto << regolabile >>. Accettarlo non è una condanna all'impotenza. E' l'unico modo per preparare risposte sagge. In un Paese esposto come il nostro non ci sarà nessuna legge o nessuna flotta che potranno garantire, come per incanto, l'ordine, la tranquillità e la sicurezza, senza che i diritti umani e il diritto internazionale vengano calpestati. Ci vuole severità e prontezza ma è facile e demagogico dire che l'Italia è debole, vigila troppo poco, non ha un progetto complessivo, o che le leggi sono sbagliate o permissive. Sembra ingeneroso dire che il paese non si sta dotando delle strutture necessarie per accogliere gli immigrati. Tutto si deve migliorare, nella prevenzione, nel controllo nelle leggi, ma il problema vero, mes
so a nudo anche dalla crisi estiva con la Tunisia, è che il dramma immigrazione si affronta tutti i giorni con molti mezzi, adattamenti intelligenti alle situazioni nuove, e soprattutto con molta tolleranza e molta difficile diplomazia. Senza il coinvolgimento vero dei Paesi da cui scappano o passano le ondate d'immigarazione, non si verrà a capo di nulla. Senza l'aiuto degli altri paesi europei, l'Italia non riuscirà ad assolvere bene il suo immane compito di filtro. Ma soprattutto, senza il buon senso, che dovrebbe assegnare ai fenomeni le definizioni che meritano, non si riuscirà ad attrezzare psicologicamente nessuno. A meno che faccia comodo che sia sempre nuova emergenza. O che si possa parlare di spina d'estate. Come se già ne avesse poche, Prodi, di spine.