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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Sergio - 6 agosto 1998
INQUISIZIONE: AL ROGO FINIVA IL 2% DEGLI ERETICI PROCESSATI =
PRIMA RICERCA STATISTICA SULLE SENTENZE ESEGUITE DAL S.UFFIZIO

Roma, 6 ago. (Adnkronos) - L'Inquisizione Romana? Piu'

garantista di quanto si e' sempre creduto finora; piu' clemente dei

tribunali civili dell'epoca. Nonostante l'ampio credito di cui gode

l'opinione contraria, solo una piccola percentuale dei processi

davanti ai famigerati tribunali ecclesiastici si concludeva con una

condanna capitale. Tra il 1542 (fondazione dell'Inquisizione) e il

1700 venne giustiziato ogni anno sul rogo il 2-3% degli eretici. La

cifra e' il risultato della prima indagine statistica sui fascicoli

dei tribunali inquisitoriali di Venezia, Aquileia, Napoli e Palermo

conservati negli Archivi di Stato di Venezia, Trieste, Napoli e

Palermo. La ricerca e' stata condotta dagli storici americani John

Tedeschi e William Monter, i quali l'hanno pubblicata nel volume ''Il

giudice e l'eretico. Studi sull'Inquisizione Romana'', edito da Vita

e Pensiero.

In quasi 260 anni, finirono davanti a questi quattro tribunali

dell'Inquisizione circa 12mila imputati. Il picco dei processi fu

raggiunto fra il 1580 e il 1610. Verso il 1620 il ritmo di lavoro

degli inquisitori rallento' repentinamente. Venezia, dove gli

imputati erano stati in media 33 all'anno dal 1547 al 1630, scese a

una media annuale di 15 imputati fra il 1631 e il 1720. In Friuli

(tribunale di Aquileia) il calo fu altrettanto cospicuo: da una media

di 25 imputati all'anno nel periodo 1580-1615 a soli 10 nel

1615-1700. Napoli scese da una media annuale di 31 imputati

(1564-1620) a 14 (1621-1700). La Sicilia passo' da 33 imputati

(1560-1614) a 14 (1615-1700).

Nei documenti veneziani e friulani del XVI secolo al 75% degli

imputati veniva contestato di essere dei ''luterani'', al 15% di aver

letto libri proibiti e al restante 10% di essere dei generici

''eretici'' (tra le imputazioni: simpatizzare per i giudei, mangiare

carne in quaresima). Nell'Italia meridionale il 40% era accusato di

seguire l'insegnamento di Maometto, il 30% di essere protestante e il

20% di praticare arti magiche. Nel corso del XVII secolo in tutti e

quattro i tribunali la magia e la stregoneria (circa 70% dei

processi) soppianto' il protestantesimo come il piu' comune capo di

imputazione.

I dati rinvenuti negli archivi sui rei consegnati

all'Inquisizione mostrano che nella stragrande maggioranza dei casi i

processi si chiusero o con l'archiviazione o con pene ''leggere''.

Fra piu' di mille imputati che comparvero davanti al tribunale di

Aquileia (1551-1647), solo quattro furono giustiziati. In 100 anni a

Venezia su 795 eretici processati, solo 11 furono messi a morte. Una

incidenza delle condanne a morte lievemente superiore si registro' in

Sicilia e a Napoli. In 50 anni, secondo un calcolo approssimativo, i

due tribunali mandarono al rogo 60 imputati.

Il rogo, la reclusione a vita e i lavori forzati sono le

raccapriccianti sanzioni associate, nell'opinione comune, ai processi

dell'Inquisizione. Tuttavia -sostengono i professori Tedeschi e

Monter nelle conclusioni del loro studio- ''l'esame delle centinaia

di sentenze suggerisce che normalmente le pene fossero molto piu'

miti. Con grande frequenza ci si imbatte in forme di pubblica

umiliazione, dalle abiure lette sulle gradinate delle chiese la

domenica o in altri giorni festivi, di fronte alle persone che si

recano a messa, alle penitenze sotto forma di cicli di preghiere e

devozioni, della durata di mesi o anni''.

 
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